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Umberto di Savoia e il suo tour in Argentina per incontrare le comunità di origine italiana

PRIMA PUNTATA. Nel 1924 il Principe di Piemonte e futuro re d’Italia Umberto II compì il viaggio Oltreoceano che ebbe vasta eco sui giornali dell’epoca. In questa prima parte del viaggio esaminiamo le tappe Buenos Aires-La Plata-Rosario (dal 6 al 12 agosto)

Il Principe di Piemonte Umberto Nicola Tommaso Giovanni Maria di Savoia, com’è noto, diventò re d’Italia con il nome di Umberto II il 9 Maggio del 1946 dopo l’abdicazione di suo padre Vittorio Emanuele III. Il suo fu un regno breve, effimero direi, perché il 12 Giugno, appena 33 giorni dopo la salita al trono, il neo re dovette già prendere la via dell’esilio, conseguentemente alla vittoria della Repubblica sulla Monarchia nel Referendum che si tenne il 2 Giugno di quello stesso anno.  Questo fu l’epilogo di un regno che il destino e gli Italiani vollero che per Umberto II fosse estremamente fugace.  Ma da quel fatale epilogo del 12 Giugno del ’46, proviamo a fare un salto a ritroso di 22 anni, e precisamente al 6 Agosto del 1924. A quell’epoca, il Principe Umberto, aveva solo 19 anni, eppure era già stato incaricato di rappresentare l’Italia in una serie di visite diplomatiche internazionali che lo portarono in Argentina e in altri Paesi del Sud America.

Nato il 15 settembre 1904 a Racconigi (Cuneo), Umberto era il terzogenito di cinque figli messi al mondo da Elena di Montenegro (Jelena Petrović-Njegoš, nata a Cetinje) e da Vittorio Emanuele III. Predestinato ad una brillante carriera militare (dopo aver frequentato la prestigiosa Accademia di Modena) e diplomatica, uomo di bell’aspetto e di grande fascino, nel 1924 il Principe era già stato nominato Cavaliere dell’Ordine Distinto del Toson d’Oro, onorificenza assegnatagli dall’allora re di Spagna. In virtù del suo carisma e del suo stile brillante e gioviale, fu presto incaricato di compiere numerose missioni diplomatiche all’Estero, in rappresentanza della Corona Italiana.

Tra i suoi giovanili viaggi diplomatici, uno dei più emozionanti fu proprio quello condotto in Sud America nel 1924, durante il quale visitò il Brasile, l’Argentina e il Cile. Se oggi ci è possibile conoscere, anche con una certa dovizia di dettagli, il diario di quel viaggio, molto si deve alle cronache pubblicate sui giornali argentini dell’epoca. In particolare, il quotidiano La Gaseta seguì minuto per minuto gli spostamenti di Umberto.

Il viaggio diplomatico di S.A.R. il Principe Umberto di Savoia in Argentina ebbe un vastissimo risalto sui quotidiani argentini dell’epoca,
con diffusi servizi in prima pagina e nelle pagine intene

6–10 Agosto 1924 | Buenos Aires – La Plata

Il Principe arrivò via nave a Buenos Aires il 6 Agosto del 1924, in una gelida giornata del rigido inverno argentino. Il giovane Savoia vi giunse a bordo della nave San Giorgio, appartenente alla Regia Marina Militare Italiana, scortata anche da un’altra nave, la San Marco. Lo sbarco avvenne alle due del pomeriggio nella Darsena Nord di Buenos Aires. Lì, venne accolto dal sindaco (intendente) Carlos Noel e dal presidente argentino Marcelo Torcuato de Alvear, che lo ospitarono alla Casa Rosada, dove si tenne un banchetto di gala. La comunità degli immigrati italiani lo accolse con cori e acclamazioni, facendo a gomitate per vederlo da vicino, a Buenos Aires come in ogni altra città visitata in quel tour diplomatico intenso di emozioni.

Il tour prevedeva tappe a Rosario, Tucumán, Córdoba e Mendoza. La stampa argentina ebbe nei suoi confronti un atteggiamento di grande ammirazione, quasi di venerazione, come nel caso del quotidiano La Gaceta de Tucumán, che così scrisse in uno dei suoi articoli di cronaca: “Benvenuto, Signore, nella nostra casa / dove tutti ti acclamano e ti ammirano: / gli uomini, affascinati dalla tua stirpe regale, / e le ragazze, che ti lanciano sguardi e sospiri come si conviene ad un Principe di bell’aspetto…”

Quella fredda mattina d’agosto in cui il Principe visitò la città de La Plata (poco a Sud di Buenos Aires), la stazione di Pereyra Iraola era decorata con ghirlande di fiori e animata da un gioioso sventolio di vessilli argentini e italiani. L’arrivo del Principe avvenne verso le 11 del mattino. Le autorità, con in prima fila il Governatore José Camilo Crotto, lo aspettavano impazienti. C’erano molti funzionari e personalità di spicco, che indossavano smoking e cappelli a cilindro e le uniformi delle grandi occasioni. Molti abitanti, soprattutto italiani, sventolavano allegramente i loro fazzoletti e lanciavano fiori. Il Principe era accompagnato da due chaperons che, oltre a proteggerlo dalle irruenze della folla, si curavano che l’augusto ospite, preso dalla commozione per l’entusiasmo incontenibile degli intervenuti, non finisse per scostarsi troppo dal rigido protocollo e prestare il fianco a qualche rischio d’incolumità personale. Quei due body guards erano l’ammiraglio Attilio Bonaldi, e l’ambasciatore italiano, Luigi Aldovrandi. Il Principe venne ricevuto a pranzo a Palazzo Uriburu, aulica residenza aristocratica (che negli anni Sessanta del Novecento sarebbe poi andata distrutta da un incendio). Poiché era noto l’interesse di Umberto per la Natura, il Savoia venne accompagnato a visitare il Parco Pereyra Iraola (Reserva di Biosfera), considerato un vero paradiso della biodiversità.

La pubblicità di un negozio di Calle San Martin a Rosario che promuoveva la vendita di bandiere italiane e argentine da sventolare in occasione della visita del Principe di Piemonte

Rosario, 11-12 Agosto 1924

Alle 14,15 dell’11 Agosto 1924, la delegazione italiana guidata dal Principe arrivò alla Stazione Centrale di Rosario, e anche qui venne accolta da una folla chiassosa e festante, che sventolava bandiere argentine e italiane. Per garantire l’incolumità del principe Umberto, la stazione venne severamente monitorata dalla Polizia e dall’11° Reggimento di Fanteria.

Il signor Emilio Cardarelli, sindaco (intendente) di Rosario (incarico che ricoprì dal 1923 al 1925) tenne un discorso di saluto, cui seguì una calorosa ovazione dei presenti. La visita del Principe a Rosario (così come ognuna delle tappe del tour) fu considerata un evento sentitissimo e politicamente importante: la prova della vicinanza dell’Italia alla cospicua comunità italiana presente in Argentina.

Umberto di Savoia percorse le vie di Rosario a bordo di una lussuosa carrozza trainata da una coppia di cavalli, seduto accanto al Governatore della Provincia di Santa Fe, Ricardo Aldao. Dopo aver ha sfilato lungo la Via Corrientes, il corteo raggiunse alle 15,30 Palazzo Pinasco, all’angolo tra le Avenidas Oroño e Córdoba in cui il principe venne ospitato. Nel pomeriggio, Umberto assistette alla posa della prima pietra dell’edificio scolastico Dante Alighieri, che sarebbe stato ultimato e inaugurato tre anni dopo. Nel tardo pomeriggio, presso il Palazzo del Comune di Rosario, si tenne un Ballo di gala. In serata, presso la Sede del Quartier Generale Politico, si tenne una Cena di gala cui parteciparono circa duecentocinquanta invitati. Al termine del banchetto, il Principe Umberto uscì sul balcone del palazzo, affacciandosi sulla Plaza San Martín per salutare una folla festante. Il loggione era illuminato con lampade appositamente disposte per comporre i colori delle bandiere dell’Argentina e dell’Italia. Uno scenografico spettacolo a cui, ancora una volta, assistettero migliaia di Italiani d’Argentina in delirio. Il giorno seguente, i quotidiani argentini descrissero il Principe di Piemonte come “un messaggero di pace e concordia”.

Alle nove del mattino del giorno successivo, il 12 Agosto 1924, la delegazione reale visitò l’Ospedale Italiano Garibaldi. Poi il Principe si trasferì nella Scuola Salesiana San José, dove furono intonati la Marcia Reale Italiana e l’Inno Nazionale Argentino. A mezzogiorno il Principe Umberto pranzò al Círculo Italiano.

Quando iniziò la sua partenza da Rosario, la carrozza che lo trasportava si diresse dai Boulevard Oroño e Córdoba fino alla Via 25 de Diciembre (oggi Juan Manuel de Rosas), salutata da ali di folla raggiante di entusiasmo. Nel suo soggiorno a Rosario, come riportato da alcuni quotidiani locali (Crónica e La Accion), non mancarono alcuni incidenti, per fortuna non gravi, dovuti agli spintoni e alle sgomitate di migliaia di persone che si assembrarono lungo le strade, dando vita a una calca esorbitante.

Per vedere il filmato con rare immagini d’epoca, cliccare QUI:

Sergio Donna

Fine Prima Parte (segue in un prossimo articolo)

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Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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