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Antichi mestieri quasi estinti: lo spazzacamino e il suo legame con la Val Vigezzo

Quando si parla dello spazzacamino viene subito in mente il celeberrimo film di Mary Poppins del 1964, ambientato a Londra, con la figura fiabesca e romantica del simpatico spazzacamino sempre felice che vive alla giornata canticchiando sopra i tetti dopo aver rifiutato un impiego sicuro e noioso in banca. Nel film Bert (questo il nome del protagonista) si muove in modo fluido tra il mondo reale e quello fantastico, offrendo consigli e saggezza a Mary Poppins e ai bambini che vivono con lei. Insomma, la sua presenza è una forza rassicurante nel mondo. Ma un conto è la finzione cinematografica e ben altro la dura realtà degli spazzacamini, la cui vita era tutt’altro che facile e allegra. Questa figura professionale coincideva di solito con quella di un adulto dalla corporatura minuta, ma nella stragrande maggioranza dei casi si trattava di ragazzini o addirittura bambini. Infatti più si era minuti e più era facile arrampicarsi all’interno delle canne fumarie per ripulirle dalla fuliggine, utilizzando un’apposita spatola, detta “riccio”.

L’antico mestiere dello spazzacamino risale sin dal XVII secolo, dall’esigenza di pulire le canne fumarie dalla fuliggine e dalle incrostazioni. Una delle prime testimonianze del mestiere di pulire i camini risale ai primi del Seicento con un premio conferito ad un ragazzo che incaricato di pulire una canna fumaria nel palazzo reale sbaglia camino finisce in un’altra stanza ed ascolta una conversazione che ha come oggetto l’assassinio del re, sventando il complotto si guadagna un posto nella storia, era un ragazzo immigrato in un altro paese a fare un lavoro umile.

I piccoli spazzacamini venivano in gran parte dalle montagne, era la povertà dei quei luoghi, la disperazione di non avere da mangiare per tutti a spingere le famiglie ad affidare il proprio figlio ad un padrone perché lo portasse in città, lontano perché si “facesse” il carattere e imparasse un “mestiere”. Ma di un lavoraccio si trattava, malpagato e malsano. Quando andava bene lo spazzacamino si vedeva riconosciuta qualche moneta ma spesso si accontentava di portare qualcosa sulla tavola per la cena.

Negli Anni Sessanta del secolo scorso, lo spazzacamino è uscito gradualmente dalle scene cittadine che aveva vivacizzato con la sua operosa presenza per decenni e decenni. Stava infatti cambiando il modo di riscaldarsi nelle abitazioni, grazie all’avvento delle caldaie a gasolio che stavano sostituendo le stufe a legna e le caldaie a carbone. E parallelamente si stavano evolvendo le tecniche di pulizia delle canne fumarie. Dopo il definitivo affermarsi del gas metano quasi tutti gli spazzacamini sono spariti e il mestiere almeno in Italia sembrava scomparso. Solo negli ultimi anni è rinato sempre sulla spinta del mercato che, dalla metà degli Anni Novanta, si è rivolto con costante crescendo alla legna da ardere come alternativa concreta ai combustibili fossili.

All’estero soprattutto nei paesi con climi più rigidi il mestiere dello spazzacamino non è mai svanito e ha saputo adattarsi ed evolvere di pari passo alla tecnologia dei generatori di calore, infatti in paesi come la Germania o la Francia oggi il maestro spazzacamino ha un’autorità di convalida e controllo degli impianti termici che è paragonabile a quella di un’ufficiale di pubblica sicurezza.

In ogni caso anche in Italia il mestiere non è finito del tutto nel dimenticatoio. Ogni anno in Val Vigezzo, nel VCO, si tiene un raduno internazionale degli spazzacamini. Nel settembre scorso il raduno ha spento le sue prime 40 candeline, battendo ogni record. Sono stati infatti oltre 1.200 gli “uomini neri” presenti a Santa Maria Maggiore per celebrare il loro mestiere, che proprio qui, in questo angolo remoto d’Italia, ha le radici più autentiche. In Val Vigezzo è nato anche il Museo dello Spazzacamino, unico nel suo genere e tra i più insoliti d’Europa, che ha sede a Santa Maria Maggiore. E’ situato nel centro del paese, in quello che fu l’antico lavatoio nel parco della Villa Antonia.

Tra l’altro a tutela della professione si è voluto dare vita all’Associazione Nazionale di Fumisti e Spazzacamini (ANFUS), che è diventata un punto di riferimento per gli artigiani, le piccole e medie imprese di costruzione, distribuzione, posa in opera ed assistenza di stufe, caldaie, camini, termocamini, canne fumarie e accessori per la fumisteria.

Piero Abrate

Piero Abrate

Giornalista professionista, è direttore responsabile di Piemonte Top News. In passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. E’ stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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