Economia

Una visita al Museo Lavazza di Torino: tra le nuvole sulla “Nuvola”

Un nuovo contesto museale nel capoluogo piemontese, tra storia industriale e suggestioni sensoriali dove con le dita si possono sfogliare pagine intriganti di un passato che ha un legame strettissimo con la modernità

Nuvole di fotografie in bianco e nero, ricordi, manoscritti, bolle di consegna su carta intestata ingiallita, figurine, réclame, tazzine, macchine per il caffè per le famiglie e le caffetterie, lattine e barattoli, chicchi tostati, alambicchi, persino un bar itinerante su quattro ruote. Tutto rigorosamente e orgogliosamente firmato Lavazza. Stupisce l’imponenza della nuova sede amministrativa della Lavazza, sinuosa e lineare al tempo stesso: l’atrio è luminoso, ampio, eppure sobrio, persino intimo, accogliente, in pieno understatement torinese. Ma soprattutto si stupisce e si meraviglia il visitatore che entra nel Museo Lavazza di Corso Novara 32, condotto per mano in un viaggio suggestivo tra passato e presente, tra fine Ottocento (quando Lavazza era solo l’insegna di una drogheria torinese), Novecento e Duemila, alla scoperta di una storia avvincente di un marchio che in tutto il mondo significa “caffè” tostato all’italiana e prodotto a due passi da Torino, nello storico stabilimento di Settimo. E che piacere, e quanta nostalgia, nel rivedere gli spassosissimi e garbati sketch pubblicitari di Nino Manfredi e di Tullio Solenghi, e soprattutto gli amabili e indimenticati personaggi di Carmencita e il Caballero innamorato, tra sparatorie e corteggiamenti in rima, geniali prodotti dello Studio pubblicitario torinese Armando Testa.

Il Museo è multimediale, e con le dita si possono sfogliare pagine intriganti di storia industriale, aprire cassetti di scrivanie e scansie e scoprire tutti i segreti e il rigore di casa Lavazza nella selezione dei caffè, in modo da promuovere solo quelli dall’aroma e dal gusto più esaltante. Appoggiando una tazzina Lavazza sugli spot luminosi sparsi per il Museo, si possono attivare documentari ed immagini curiose e sorprendenti. E al primo piano, si può addirittura far scattare a distanza l’obiettivo di una macchina fotografica per farsi immortalare in un momento topico della visita. Le foto vengono contestualmente trasmesse all’indirizzo mail del visitatore.

Una visita al Museo Lavazza non avrebbe senso se non terminasse con una deliziosa degustazione. Una tazzina di caffè, ovviamente. Ma non solo. Delizioso l’aperitivo in cui è miscelato il succo di amarena con il caffè freddo ed un tocco di limonata. Il tutto, ovviamente, servito on the rocks. L’insolito cocktail è servito da gentilissimi barman unitamente ad un assaggio di pop corn caramellati, con una spruzzatina sopra di caffè macinato. Ci si sente davvero coccolati. In paradiso, tra le nuvole sulla “Nuvola”, come nella scenografia dei migliori storici Caroselli Lavazza.

 

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino", "Statue di Torino" e "Ponti di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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