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La Sacra di S. Michele ispirò Eco, non i cineasti: ecco perché…

SANT’AMBROGIO DI TORINO. In queste settimane sta andando in onda per televisione la nuovissima serie a puntate ispirata al celebre romanzo di Eco “Il nome della rosa”. Prima di questo recente lavoro cinematografico, il romanzo si era prestato per la creazione dell’omonimo film a cura della regia di Jean Jacques Annaud, che nel 1987 divenne un grande successo internazionale, campione di incassi anche in Italia. Eco avrebbe voluto che il film venisse girato proprio all’interno della Sacra di San Michele, oggi monumento simbolo del Piemonte, sancito ufficialmente dalla legge regionale del 21 dicembre 1994, ma purtroppo il suo desiderio non si avverò.

Una foto di scena del film “Il nome della Rosa” di Annaud

“Caro Rettore, i miei legami con la Sacra risalgono molto indietro nel tempo (…) L’ultima volta l’avevo visitata col regista del Nome della Rosa che inizialmente pensava di girare là le scene principali. Poi l’idea è stata abbandonata perché ho imparato che per un produttore cinematografico è meno dispendioso ricostruire un monastero vicino a una grande città che spostare l’intera troupe per mesi sulle montagne”.Così scriveva nel 1995 Umberto Eco in una lettera a padre Antonio Salvatori, rettore per un lungo periodo della Sacra di San Michele. .

Eco aveva trascorso a Torino gli ultimi anni dell’università, in cui quasi sicuramente vide per la prima volta l’imponente abbazia. Eco stesso ha dichiarato di aver tratto ispirazione dall’abbazia per descrivere la location del suo romanzo, ma anche da altri luoghi, che sono stati tenuti in considerazione dallo scrittore, come:

  • L’Abbazia di San Colombano di Bobbio, in provincia di Piacenza
  • L’Abbazia di San Gallo, in Svizzera

da cui sono stati presi alcuni particolari che hanno dato vita nell’immaginazione di Eco alla descrizione dell’abbazia benedettina sperduta sui monti dell’Italia settentrionale.

Il complesso della Sacra di San Michele ha origini antichissime, ma anche incerte. Lo storico più antico che ne parlò è il monaco Guglielmo, che visse in quel monastero e che intorno all’XI secolo scrisse il “Chronicon Coenobii Sancti Michaelis de Clusa“, in cui il 966 indica la data di fondazione della Sacra.

Purtroppo, anche la serie televisiva è andata incontro allo stesso destino del film dell’87. Infatti, le location in cui sono state girate le varie puntate sono tante, ma nessuna di queste è collegata alla Sacra di San Michele. Si parte dal Lazio all’Abruzzo (Castello di Roccascalegna, l’eremo di Santo Spirito a Roccamorice e le Gole di Fara San Martino). Tra l’altro molte scene sono state girate in ambienti ricreati appositamente nei teatri di Cinecittà, in cui si sono costruiti da zero la chiesa, il chiostro, le stalle, le fucine, l’ospedale e la misteriosa e segreta biblioteca, cuore del romanzo echiano. Altri luoghi non lontani da Roma in cui sono stati allestiti dei set sono il Parco del Tuscolo, nella zona di Monte Porzio Catone, Manziana e il Castello di Rocchettine.

Anche questa volta il volere di Eco non è riuscito ad imporsi sulle necessità cinematografiche. La Sacra di San Michele rimane un luogo di ispirazione, ma sfortunatamente al suo interno il romanzo non ha ancora mai preso vita.

Servizio fotografico di Beppe Ronco

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