Ultim’ora: lo Stato ha appena CANCELLATO due festività sul calendario | “Andate a lavorare pezzenti”

Festività cancellate, ci vogliono fare lavorare sempre - Piemontetopnews.it (Foto Piemontetopnews.it)
Altro che settimana corta e orari flessibili: il lavoro non dà tregua, non c’è più rispetto neppure per la storia.
Qual è la festa più amata dagli italiani? E quella più “odiata”? Le virgolette sono d’uopo, perché da che mondo e mondo gli abitanti del Belpaese non disdegnano i giorni di riposo.
Ben intesi, la favoletta che all’italiano medio non piaccia lavorare e che potendo farebbe una vita in vacanza, per citare lo Stato Sociale, è datata e superata, oltre che stereotipata.
È però scontato che, soprattutto per chi lavora almeno cinque giorni alla settimana, il relax sia non solo adorato, ma soprattutto necessario. E che i giorni di festa infrasettimanali non siano certo sgraditi.
Per provare a rispondere alla domanda d’esordio viene da dire che se il Natale è la festa per eccellenza, non solo per i bambini, il 1° maggio faccia venire un po’ di malinconia, dal momento che dal giorno successivo per rifiatare bisognerà aspettare tre mesi e mezzo.
La crisi impera? La soluzione è lavorare sempre: addio vacanze
La festività successiva, almeno in Italia, è infatti il Ferragosto, che peraltro non è neppure avvertito da molti come una vera vacanza, capitando nel periodo dell’anno più gettonato per le ferie estive. Guai comunque a chi ce lo tocchi dal momento che, per lo stesso ragionamento, per rifiatare ancora bisognerà poi aspettare altri due mesi e mezzo.
La proposta di tagliare le festività ricorre ciclicamente in vari paesi d’Europa e non solo. A imporlo sono bilanci tutt’altro che in salute, che richiedono quindi di aumentare le giornate lavorative. Risanare la spesa pubblica cancellando qualche “rosso” sui calendari è l’ultima idea dei nostri cugini.
Bilancio in rosso, il Governo vara la linea dura: due feste verso la cancellazione
Il primo ministro francese François Bayrou ha infatti proposto di cancellare due giornate “storicamente” festive. Una a livello internazionale, il lunedì di Pasqua, l’altra locale, l’8 maggio, ovvero il giorno della resa della Germania nel 1945 e quindi della fine della Seconda Guerra Mondiale. Una proposta impopolare, per giustificare la quale tuttavia Bayrou ha portato dati inequivocabili. Una sorta di “andate a lavorare pezzenti” come si legge sui social più famosi dagli utenti inferociti.
Il Governo di Parigi ha infatti la necessità di rilanciare la produttività e ridurre il deficit, dal momento che l’aumento esponenziale del debito francese sta ormai diventando una fonte di preoccupazione anche a livello internazionale. La manovra finanziaria per il 2026 presentata da Bayrou prevede un piano di risanamento da 40 miliardi di euro per riequilibrare le finanze pubbliche del Paese e passerebbe anche per lo snellimento del calendario delle festività. Uno schiaffo alla religione e un altro alla storia per salvaguardare le tasche dei citoyens: difficile scegliere il male minore…