Ultim’ora: distrutta per sempre la Legge 104 | Dall’1 agosto è tolto ogni sussidio possibile: i soldi sono finiti

Legge 104 revocata - Piemontetopnews.it (Foto Piemontetopnews.it)
Assistere un familiare gravemente malato può diventare un’odissea: la Legge più discussa verso la pensione.
L’arrivo della bella stagione coincide pressoché per la totalità dei lavoratori con uno strano mix di ansia e rilassatezza dovuto all’avvicinarsi delle sospirate vacanze, di fatto lo spartiacque tra estate e autunno.
Già, perché i primi caldi comportano un inevitabile calo della concentrazione, con la testa che tende ad andare altrove, a quella voglia di evasione dopo i tanti mesi trascorsi in ufficio.
Poi, certo, molto dipende dal mese prescelto per il proprio relax. C’è chi lo spezza e chi invece decide di stringere i denti accorpando le ferie in una soluzione unica.
Non sempre si può scegliere, perché se si lavora in un ufficio bisogna quasi sempre accordarsi con i colleghi, ma in generale secondo la maggioranza tornare al lavoro in via definitiva già a luglio può essere un azzardo.
La Legge 104 tra vantaggi e rischi: arriva il giro di vite che stravolge il mondo del lavoro
Non che si rischi il burnout (semmai a bruciare potrebbero essere i Pc accesi nel pieno dell’estate…), ma fermarsi nel cuore dell’estate può essere la soluzione ideale. Particolare è il caso di quei lavoratori che per motivi familiari usufruiscono di diverse ore di permessi al mese.
È il caso di chi beneficia della legge 104/1992, più nota come Legge 104, che regolamenta l’assistenza di familiari affetti da disabilità di varia natura. Il pacchetto mensile di ore di assenza dal lavoro può essere gestito a piacimento, a patto ovviamente che il tempo non trascorso in ufficio sia realmente dedicato al motivo di cui sopra. In caso contrario il rischio è quello di incorrere in un braccio di ferro legale che, se perso, può portare al licenziamento.
Addio 104, la Cassazione non transige: così te la tolgono per sempre
Ha fatto giurisprudenza in tal senso una sentenza della Cassazione in merito al licenziamento deciso da una banca di una dipendente accusata di abusare dei permessi previsti dalla 104, nonché di dichiarare una malattia inesistente per giustificare i giorni di assenza. La donna aveva fruito dei permessi per assistere l’anziana suocera malata e ricoverata presso una struttura, ma in quelle ore è stata “pizzicata” a fare sport, seppur sporadicamente.
La Corte d’Appello ha accolto il ricorso della dipendente, obbligando la banca a reintegrarla e al risarcimento danni. Una sentenza resa poi definitiva dalla Cassazione, che si è basata sull’acquisizione di fatti rilevanti. La donna ha infatti sempre garantito assistenza alla suocera durante i giorni di assenza dal lavoro fatti salvi periodi compresi tra i 30 e 110 minuti riservati a una camminata veloce, durante i quali comunque l’assistenza alla suocera era stata garantita dalla presenza di una collaboratrice familiare. L’attività sportiva era però da intendersi come terapia dal momento che la donna era affetta da asma bronchiale. Appellandosi ad un consolidato orientamento giurisprudenziale la Cassazione ha quindi sancito che destinare parte della giornata di permesso di cui si fruisce per la Legge 104 per fare azioni che riguardino il soddisfacimento di esigenze personali non costituisce reato e non mette in dubbio il rispetto della Legge, a patto che “l’assistenza al malato sia garantita e non venga meno la finalità del beneficio”.