Ultim’ora Barilla: addio per sempre alla pasta degli italiani | Cambia per sempre la nostra storia: è ufficiale

Pasta classica addio, come cambiano le abitudini degli italiani - Piemontetopnews.it (Foto X)
L’alimento più iconico della dieta degli italiani cambia i propri connotati: è tutto deciso, non si torna indietro.
Toglieteci tutto, ma non un bel piatto di pasta. Anche in vacanza. Neppure lontano da casa l’italiano-medio sembra disposto a rinunciare all’alimento per tradizione più amato nel Belpaese.
I dati confermano che anche nei 10-15 giorni di stacco dal lavoro e di lontananza da casa, molto spesso dalla propria regione e in qualche caso anche dalla propria nazione il richiamo… culinario alle proprie origini sia irresistibile.
Certo, soprattutto all’estero tutto questo può esporci al rischio di sfottò o comunque di battutine che vengono comunque accettate pur di non rinunciare alla possibilità di sentirsi a casa pur non essendolo.
Del resto quello che associa l’italiano alla pasta è un luogo comune. Sono tanti i ristoranti non nostrani di tutto il mondo che hanno inserito questo alimento nei propri menù. La base proteica non manca di certo, eppure le novità sono sempre all’orizzonte.
Addio piatto di pasta classica: i nuovi consumatori stravolgono il mercato
Già, perché la rivoluzione in campo alimentare che non risparmia ormai nessuna parte del mondo ha iniziato a coinvolgere ormai da tempo anche uno degli alimenti più classici. I gusti dei consumatori del terzo millennio hanno imposto variazioni importanti anche per il mercato italiano.
Secondo i dati Istat del 2024 quasi il 60% della produzione di pasta italiana viene esportato, ma sta crescendo in maniera sempre più significativa la richiesta di qualcosa di diverso. Pasta alternativa in primo luogo, ovvero quella realizzata con farina di legumi come ceci, lenticchie e piselli, che lo scorso anno ha superato i 163 milioni di euro di vendite annue. Possiamo dunque dire con buona certezza che gli italiani hanno deciso: addio al monopolio della pasta classica.
Più sana, ma anche molto più cara: italiani pazzi per la nuova pasta nutriente
La grande passione, nonché moda, degli ultimi anni ha infatti un nome ben preciso: pasta proteica, che si fa facendo sempre più spazio sul mercato e con la quale la pasta classica dovrà convivere. Di cosa si tratta? Come dice il nome è un prodotto caratterizzato da un basso contenuto di carboidrati e un elevato apporto proteico, pari a circa 60 grammi ogni 100, per una stima del 20% in più rispetto a quella tradizionale, e dalla presenza di fibre alimentari. Nel solo 2024 il suo giro d’affari è cresciuto del 4,5%, attestandosi su livelli di vendite pari a 1,9 milioni di euro.
Le esigenze dei consumatori richiamano tuttavia all’ordine anche i produttori. Se infatti a gongolare sono i marchi specializzati nella produzione di pasta proteica, esistenti prima del boom, a quelli generici non è restato che adeguarsi sperando di attirare consumatori occasionali o semplicemente curiosi. Certo, la variabile prezzo non è da trascurare: la pasta proteica costa infatti quasi il doppio di quella tradizionale, attestandosi sui 6,95 euro al kg ed arrivando addirittura ai 16 euro al kg per le aziende specializzate.