Ultim’ora: approvato il Bonus Mal di Testa | 300 euro al mese per sopportare il dolore: non è tanto ma aiuta

Mal di testa da lavoro, arriva la soluzione - Piemontetopnews.it (Foto Pexels)
Caldo e poche ore di sonno: in estate il mal di testa è un problema per tanti. C’è però chi deve conviverci per lavoro.
Ad ogni stagione le proprie abitudini. I freddi pomeriggi d’inverno si prestano ad una cioccolata calda al rientro a casa dopo una lunga giornata di lavoro, che tanto con il gelo che c’è la fame tornerà lo stesso per l’ora di cena.
In estate, no, di mangiare in tanti non vogliono neppure sentirne parlare, così come di bere qualsiasi cosa la cui temperatura non sia ghiacciata.
Certo, l’abitudine del caffè non tramonta neppure nei mesi più caldi, quando però le esigenze sono altre: rilassarsi e magari schiacciare un pisolino, perché di notte con il clima che c’è riposare può risultare molto difficile.
Peccato che non tutti abbiano queste fortune e neppure la possibilità di scegliere come impiegare il proprio tempo libero una volta finita la giornata lavorativa. Perché ci sono lavori e lavori, quelli che realizzano e quelli che prosciugano.
Rischiare la vita per lavorare: il dramma è sotto ai nostri occhi
Purtroppo non sempre questo verbo può venire usato in senso figurato. I residenti in Italia costretti a vivere in condizioni ai limiti del sopportabile, e spesso anche oltre, sono infatti tanti e farlo in estate può davvero mettere a repentaglio anche la salute.
Per cosa, poi? Non certo per permettersi un weekend di relax in località da vip. Può infatti capitare che il denaro guadagnato con il sudore della fronte, in senso letterale del termine, basti a malapena per pagare un affitto.
“Con 300 euro al mese non pago neppure l’affitto”: interviene la Regione
Questa è la vita di molti riders, che d’estate sono costretti a lavorare in condizioni a dir poco proibitive. Ha destato scalpore in questo senso la testimonianza resa a ‘La Stampa’ da Nasir, nome di fantasia, 22enne di Beinette, rider per necessità. Lui è uno dei 570.000 “lavoratori delle piattaforme” in Italia. Ogni giorno consegna cibo a Cuneo e provincia. E a luglio e agosto gli sembra davvero di andare all’Inferno, in tutti i sensi. La sua azienda gli ha proposto la miseria di 300€ a fronte di un impegno gravoso, che spesso lo porta ad avere un’emicrania terribile. Ci sembra veramente troppo poco per qualsiasi standard.
“Tra una consegna e l’altra mi bagno sotto le fontane per combattere il caldo, la sera arrivo a casa con il mal di testa” ha raccontato. Le proteste dei sindacati sono finora sempre cadute nel vuoto. La Regione Piemonte ha pubblicato un’ordinanza che “regola le condizioni di lavoro in situazioni di esposizione diretta e prolungata al sole” ed è già corsa ai ripari, stabilendo dal 10 luglio al 31 agosto il divieto di operare quando, tra le 12,30 e le 16, la mappa del sito Worklimate indica un livello di rischio “alto” per i riders. A svolgere questo lavoro sono per la maggior parte stranieri sotto i 35 anni, sottopagati: “Tiro su circa trecento euro al mese – ha aggiunto Nasir – ma non mi basta a pagare l’affitto, quindi al mattino lavoro in fabbrica e dalle 17 alle 23 faccio le consegne”. Povertà e mancanza di tutele hanno creato un circolo vizioso da quale sembra impossibile uscire, purtroppo anche in inverno.