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Oropa, la Madonna nera e gli esorcismi

Il Santuario di Oropa è una costruzione immensa, la più grande dell’arco alpino dedicata alla Madonna e da molti secoli si erge, quasi appoggiata alla montagna, che in prospettiva sembra piccola, come se fosse capitata lì per caso. La leggenda narra che la sua edificazione risale al IV secolo, quando il vescovo di Vercelli, Sant’Eusebio, cercando di sottrarsi alle persecuzioni cristiane, fuggì da Roma con una statua della Madonna proveniente da Gerusalemme, una Madonna nera.

In quegli anni spesso accadeva che i racconti diventassero un po’ esagerati, nell’intento di colpire gli ascoltatori, ma anche di creare una storia che si legasse ai posti, che così diventavano luogo di pellegrinaggio e di preghiera. In questo particolare caso sembra che la sponsorizzazione abbia funzionato, poiché in realtà le prime notizie del sito si hanno nel XII secolo e l’edificio che possiamo ammirare oggi è stato iniziato nel Milleseicento, grazie a un voto espresso durante la peste del 1599. Architetti come lo Juvarra hanno partecipato alla costruzione di quello che sarebbe diventato un luogo di culto di primaria importanza, dove si possono trovare centinaia di ex-voto, donazioni che venivano fatte dai fedeli che ritenevano di essersi salvati grazie all’intercessione della Madonna di Oropa.

La galleria degli ex voto

La Madonna nera, come le molte ritrovate in Europa e in particolare nelle Alpi, ha una caratteristica poco conosciuta: è in grado di esorcizzare coloro che sono posseduti dagli spiriti e dai demoni che si riteneva vivessero nelle zone limitrofe, ricoperte da foreste e piuttosto selvagge. Molte sono le testimonianze, come nel caso di Catterina Reineri, che nel 1771 venne esorcizzata, all’interno del Santuario, dal signor D. Gioanni Domenico Cartotti, che dopo diverse invocazioni, avendo chiamato in aiuto la Santissima Vergine, riuscì a far parlare gli spiriti che albergavano nella donna, che tremava incredibilmente. Dichiararono di chiamarsi Angelbel, Giovan e Nicol, che erano entrati nella donna senza maleficio, durante la serata del 25 aprile, dalle 22,00 alle 23,00. L’esorcismo durò sei lunghi interminabili giorni, e Cartotti dichiarò che la donna in un certo momento aveva gettato con forza un crocefisso che teneva tra le mani verso l’altare dove appoggiava un simulacro di cristallo ma, invece di romperlo, come sarebbe dovuto accadere, il crocefisso si fermò in aria e cadde in terra, mentre Catterina ingiuriava la Vergine Maria. Nella relazione dell’incaricato all’esorcismo si legge: “Mi ispirò Iddio a costringerla a bere un bicchiere di acqua benedetta, chiara e limpida, e dopo che la donna ebbe fatto finta di bere, sporcando l’acqua di bave color cenericcio, cominciò a rigettare per bocca entro lo stesso bicchiere due mosche e poi, volendola io di bel nuovo forzare a bere, rigettò una terza mosca, più grande delle prime. Ed ecco che sentendosi subito sollevata, per ben due volte esclamò: ‘Oh cara Vergine, che mi avete liberata!’”. Ancora prima di quella data, nel 1620, Anna Lavezzini, ossessa dal demonio, durante la processione dell’incoronazione della Madonna Nera, venne liberata dalla Madonna stessa; e poi ancora nel 1622, quando la stessa sorte venne condivisa da un tal Giovanni Bigatto; nel 1650 Angela Caterina Mendoza, condotta davanti alla Madonna, dopo aver vomitato oggetti, guarì improvvisamente.

I miracoli avvenuti nel Santuario di Oropa, sia legati ad esorcismi sia a malattie di vario genere sono centinaia, fedelmente registrati e raccolti sin dal XVI secolo, poiché pare che prima di quel periodo, nel Millecinquecento, il fuoco avesse distrutto gli archivi, e con essi tutte le testimonianze dei pellegrini che si erano recati al cospetto della Madonna Nera per chiedere una grazia.

La stessa famiglia Savoia era estremamente affezionata ad Oropa, tanto che pare che fin dal 1600 nel Santuario vi fosse un appartamento destinato ad accoglierli; attualmente si può visitare la stanza usata in seguito, “dove si trovano i ritratti di Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III che furono i primi sovrani sabaudi ad utilizzarlo in occasione delle loro visite ad Oropa. Re Umberto I nel 1880, la regina Margherita tra il 1906 e il 1923, il futuro re Umberto II nel 1926 e la regina Maria Josè nel 1989 furono gli ultimi sovrani a fare visita al Santuario”, leggiamo sul sito del Santuario stesso, dove la storia e le leggende di Oropa trovano spazio e diffusione.

Alcuni ex voto testimoniano la profonda fede per la Madonna nera

Il culto della Madonna nera ha attraversato fino dai tempi antichi l’intera Europa (e non solo), i luoghi che hanno ospitato le statue lignee della Vergine sono diventati meta di pellegrinaggio e scenografia per una moltitudine di miracoli di guarigione e probabilmente ancora prima del cristianesimo erano venerate dalle popolazioni pagane. Gli esorcismi erano ben conosciuti sin dall’Antico Testamento, (Tobia, con l’aiuto dell’arcangelo Raffaele scaccia i demoni dalla camera di Sara, si racconta nel libro di Tobia) e il colore nero è simbolo della notte, del mistero e potrebbe aver aiutato a far sì che le Madonne nere assumessero delle caratteristiche legate all’aldilà e quindi, in un qualche modo, essere la versione somigliante ma positiva delle creature infernali. In ogni caso ancora oggi abbiamo numerosi esempi di Santuari dedicati alle Madonne nere che tuttora attraggono pellegrini e fedeli da ogni parte del mondo.

Katia Bernacci

Katia Bernacci

Katia Bernacci, giornalista pubblicista, saggista e ricercatrice indipendente, è attualmente direttrice editoriale della casa editrice Yume. Da anni si occupa di divulgazione in ambito culturale.

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