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Borghi più belli d’Italia: Volpedo, in provincia di Alessandria

Tra i paesi piemontesi entrati a far parte dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, creata dalla Consulta del Turismo dell’Associazione dei Comuni Italiani (ANCI), troviamo Volpedo (un migliaio di abitanti in provincia di Alessandria), luogo dal fascino rurale, magari poco appariscente, ma testimone di un’epoca – l’Ottocento – poco rappresentata nelle nostre tipologie “classiche” di bellezza, che sono perlopiù di matrice medievale, oppure rinascimentale o barocca. Il nucleo storico del paese sorge su una collinetta sulla sponda destra del torrente Curone, attorno alla quale vennero costruite le mura del castrum, una parte delle quali è ancora oggi visibile. Nel 1513 le mura e il castrum furono distrutti in seguito agli scontri contro il vicino villaggio di Monleale e ricostruite nel 1589 durante la dominazione spagnola.

Il paese, tra centro e frazioni ha un dislivello notevole: il primo si trova a circa 182 metri sul livello del mare, mentre piccoli nuclei e varie case sparse sono situate sulle colline circostanti e possono arrivare ai 480 metri, quelli appunto del Poggio di Brienzone, come si può notare nella foto panoramica.

Una veduta dall’alto del borgo storico e delle frazioni

Nel corso del Novecento, Volpedo è diventato famoso per la coltivazione della pesca, entrata a far parte degli elenchi PAT piemontesi, ma anche per la sua prelibata fragola, che ogni anno a maggio viene celebrata da una fiera nel corso della quale si tiene una originale gara di torte. Ma, a livello nazionale, il paese è celebre soprattutto per aver dato i natali al pittore Giuseppe Pellizza (1868-1907), autore del celeberrimo dipinto “Il Quarto Stato”, divenuto simbolo delle lotte operaie nel corso della seconda rivoluzione industriale.

Tra il X e il XII secolo era chiamato con vari nomi tra cui Vicus Piculus Vicus Pecudis, villaggio delle pecore, e ciò fa presupporre la sua origine romana, come testimonia anche la stele sepolcrale collocata in un muro al lato della chiesa parrocchiale. Tuttavia nel primo secolo il territorio era già abitato dai liguri.

Il Quarto Stato

La fisionomia ottocentesca del borgo è ben riconoscibile e permette al visitatore di seguire un itinerario tra arte e paesaggio sui luoghi pellizziani, che rivivono attraverso le riproduzioni in grande formato di dieci opere disseminate nel borgo e collocate in punti selezionati che le hanno ispirate. La casa natale e lo studio del pittore si trovano all’estremità del paese, verso il cimitero. Qui sono conservati strumenti di lavoro, oggetti personali, libri e anche alcune opere dell’artista. Adiacente allo studio, si apre lo slargo riprodotto nell’olio “La strada per Casalnoceto” (1890-91). Più avanti, nel cortile di casa Pellizza, si scorge lo scenario in cui è ambientata la prima tela divisionista, “Sul fienile” (1896). Imboccando via Garibaldi verso il centro del paese, si scorge a destra il paesaggio della “Strada della pieve di Volpedo” (1896). Proseguendo per la stessa via e costeggiando il muro del giardino di palazzo Malaspina, si entra in piazza Perino, già sede del mercato del bestiame e ora del mercato della frutta. Di fronte, sulla destra, si apre la viuzza tra il giardino e il palazzo che da Perino Cameri – capitano di ventura che nel XV sec. ricevette dai Visconti il borgo in feudo – passò a Guidobono Cavalchini nel XVIII sec. e poi ai Malaspina, ogni volta modificato.

La casa natale di Giuseppe Pellizza

Principale monumento del paese è la pieve romanica, già citata in documenti del X secolo, rimaneggiata nel XV secolo. All’interno si trovano affreschi, alcuni anche pregevoli, attribuiti alla scuola dei tortonesi fratelli Manfredino e Franceschino Boxilio (XV secolo – inizio XVI secolo), scuola attiva anche presso il Duomo di Milano. Notevole è la parte che si è salvata dei potenti bastioni cinquecenteschi che racchiudevano il castrum e che delineano la parte antica del borgo.

Una visita la merita anche l’ottocentesca parrocchiale di San Pietro Apostolo dove un tempo c’era la casa di Giovannino Costa, giovane pastore barbaramente ucciso nel 1468 e divenuto, come beato Giovannino martire, patrono del paese Nella chiesa si trova un San Luigino, opera dello stesso Pellizza.

La pieve romanica

Infine, nella piazza principale del paese si può ammirare l’ottocentesco palazzo municipale, all’interno del quale è presente una lapide con bassorilievo marmoreo che ricorda la donazione di Volpedo da parte di Perino Cameri alla Fabbrica del Duomo di Milano nel XV secolo: è opera dello scultore Jacopino da Tradate.

Piero Abrate
(foto tratte da Wikipedia)

Piero Abrate

Giornalista professionista, è direttore responsabile di Piemonte Top News. In passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. E’ stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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