Lingua & tradizioni piemontesi

San Giovanni e la leggenda metropolitana dei “gioanin”.

Le piccole larve farebbero capolino dalle ciliegie proprio nel giorno del Santo patrono torinese

Intanto, quando si parla di San Giovanni, bisogna fare un doveroso distinguo. Di quale Giovanni parliamo? Di San Giovanni decollato, il cugino di Gesù che venne ad annunciare l’imminente venuta del Messia, predicando a gran voce la conversione dei cuori e somministrando il battesimo nelle acque del Giordano, e quindi definito “il Battista”? Oppure di San Giovanni evangelista, il più giovane e beneamato discepolo di Gesù?

Due grande figure, ma da non confondersi tra loro, celebrate dai Cristiani ognuno in un momento diverso dell’anno: San Giovanni Battista si festeggia il 24 Giugno, San Giovanni evangelista si festeggia sei mesi dopo, e precisamente il 27 Dicembre.

Il Battista è il santo patrono di Torino, ma non solo: il 24 Giugno fanno festa anche Genova e Firenze, e decine di altre città, cittadine e paesi che lo hanno scelto come protettore delle loro comunità.

Detto ciò, volevo aggiungere che il nome Giovanni (che in piemontese diventa Gioan, Gioanin, Nin) è stato un nome diffusissimo soprattutto nelle passate generazioni, spesso abbinato al suo attributo, Battista (che in piemontese diventa Batista, o più familiarmente Tista). I registri parrocchiali hanno registrato nei secoli migliaia di Giovanni e Giovanni Battista, sia tra i battezzati, sia tra i matrimoni e dobbiamo riconoscere che ancor oggi il nome Giovanni (Giovanna al femminile), singolo o in abbinamento ad altri, si mantiene nella zona alta della classifica dei nomi più diffusi in Italia e in Piemonte in particolare.

A proposito di Lingua piemontese, tra le tante curiosità, frasi idiomatiche e singolarità di questo idioma, ce n’è una proprio legata al nome Gioanin. Mi riferisco al “gioanin” (o “gianin”), ovvero quella piccola larva che ha scelto come habitat preferenziale (e direi, privilegiato) la polpa delle ciliegie, soprattutto quelle piemontesi. Le ciliegie maturano nel mese di Giugno inoltrato ed attorno alla festa di San Giovanni: in questi giorni, se ci capita di addentare una ciliegia, può capitare di intravedere all’interno un ospite dal colore rosato che agita la coda con la vivacità di un cagnolino: quello è il gioanin, un ospite “naturale” ma indesiderato delle ciliegie, così chiamato perché, proprio in prossimità della festa patronale di Torino, aumenta di molto la probabilità che faccia capolino dall’interno del frutto maturo.

In realtà l’uso del termine gioanin si è poi esteso a qualunque piccola larva, sia che si riproduca sugli scarti di macelleria (i gioanin, per i pescatori, in particolare, sono le larve di mosca carnaria), sia all’interno di una forma di pecorino o di qualsiasi altra frutta.

Un suggerimento? Mangiate tranquillamente le vostre ciliegie, senza soffermarvi a verificare se all’interno di ognuna, dopo il primo morso, si divincola il vivace vermetto: la sua presenza eventuale non modifica affatto il gustoso sapore del frutto.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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