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Da Tōkyō a Torino: il fascino sempreverde degli haiku di Matsuo Bashō

30 haiku del grande haiji giapponese in lingua originale, in inglese, in italiano e in piemontese

Due approcci apparentemente contrastanti alla cultura e alla poesia giapponese per farsi conquistare dagli haiku. Da un lato, quello di un leguleio, professore di Diritto, l’avvocato Mario Chiapetto, con una grande passione per le lingue e la storia. Dall’altro, quello di Sergio Donna, laurea in Economia e Commercio, giornalista e poeta in lingua piemontese. Ma non c’è da stupirsi, perché il fascino degli haiku può ammaliare chiunque, indipendentemente dagli studi intrapresi e dalle esperienze personali di vita. Basta disporre di un cuore che si lascia emozionare.

Tutto è iniziato quando Mario Chiapetto, sollevando una statuetta in ceramica riproducente le fattezze di Matsuo Bashō, già appartenuta a suo padre, antiquario, e rimasta tra i ricordi di famiglia, scopre che sulla base è riprodotto forse il più celebre tra gli haiku del sommo maestro di questo genere di componimenti poetici, quello della rana che si tuffa nello stagno.

I sinogrammi incisi sulla base della statuetta di Matsuo Bashō, Collezione privata di Mario Chiapetto

Dopo aver tradotto i sinogrammi in lingua italiana, Chiapetto mostra sia la statuetta che la traduzione all’amico Donna. Detto, fatto: Sergio Donna ne fa all’istante una traduzione in lingua piemontese. E di lì, nasce spontanea l’idea di selezionare una trentina di haiku di Bashō e di proporne la versione in quattro lingue: oltre a quella originale (in giapponese), anche una in inglese, una in italiano e, infine, ultima ma non ultima, una in lingua piemontese.

Questa, in sintesi, la genesi di una raccolta quadrilingue di 30 poesie brevi scritte nel Seicento, che hanno mantenuto una freschezza e un fascino sconcertante.

E bisogna ammettere che il piemontese si addice benissimo al genere poetico degli haiku, e risuona con melodica efficacia ed incisività non meno della lingua originale in cui vennero scritti. E questo è già, di per sé, un fatto di originalità e di primizia per questo volumetto, ma non certo il solo. Il libro è ricco di immagini tratte da dipinti giapponesi, e da artistici kakemono realizzati in epoche diverse: è tutto a colori, stampato in carta patinata, in un formato e con una grafica accattivante, e con illustrazioni davvero intriganti. Rappresenta un passepartout per entrare nel mondo romantico degli haiku, e farsene conquistare, facendo luce sulla loro genesi, sulla loro magia e sugli elementi che caratterizzano questo sempreverde genere poetico.

Per chi volesse cimentarsi nella lettura dei testi originali, il volume contiene anche delle brevissime note sulla lingua giapponese, una tabella con la pronuncia degli hiragana, ed un breve glossario dei termini giapponesi in qualche modo connessi agli haiku. Non poteva mancare, inoltre, una tavola sinottica su come si legge il piemontese.

Statuetta di Matsuo Bashō, Collezione privata di Mario Chiapetto

La presentazione è di Nicola Duberti, docente di Lingua piemontese e autore appassionato di haiku in questa lingua.

Un tuffo nella cultura giapponese, un viaggio da Tōkyō a Torino lungo il sentiero scintillante  e sorprendente di una forma di poesia breve, che ha l’incanto della magia.

Chi fosse interessato a questo volume, contatti direttamente gli autori:

chiapettomario@sapo.pt

sergiodonna@sergiodonna.it

oppure contatti la Libreria Donostia, Via Monginevro 85, Torino:

libreriadonostia@gmail.com | telefono: 011-3852559

Un’immagine tridimensionale del volume Da Tōkyō a Torino:
30 haiku del grande haiji giapponese in lingua originale, in inglese, in italiano e in piemontese a cura di Mario Chiapetto e Sergio Donna, con prefazione di Nicola Duberti

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