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Intelligenza artificiale e gaming: le ultime novità di un futuro imminente

Nel costante evolversi dell’industria videoludica, che sembra non risentire della crisi che ha colpito gli altri settori, l’Intelligenza Artificiale (IA) è destinata a cambiare il modo in cui siamo abituati a giocare. Da semplici comparse a protagonisti interattivi, i videogiochi stanno abbracciando l’IA per trasformare radicalmente l’esperienza di gioco. 

L’AI può infatti migliorare o espandere le modalità di gioco: dall’adattamento dinamico delle difficoltà agli algoritmi predittivi, l’IA sta già lasciando il suo segno. Titoli come The Last of Us Part II e Red Dead Redemption 2 già sfruttano l’IA per creare mondi virtuali più realistici e coinvolgenti.  
 
L’AI influenzerà anche il settore del poker online: i player di settore, vedi PokerStars.it, implementeranno l’Intelligenza Artificiale nel Texas Hold’em e tutte le altre varianti di un gioco che sul digitale ha raggiunto livelli altissimi, tanto che sul sito di questo operatore, uno dei maggiori, si possono giocare partite di livello gestiti da algoritmi che fanno vivere un’esperienza del tutto simile a quella “reale”. 

Siamo solo all’inizio. L’Intelligenza Artificiale avrà un ruolo crescente dell’IA nel game design. Gli sviluppatori stanno sperimentando sistemi di intelligenza artificiale capaci di adattarsi alle scelte dei giocatori, creando così esperienze di gioco uniche e personalizzate. Le narrazioni ramificate, modificate in tempo reale dall’intelligenza artificiale, permetteranno di fare scelte ogni volta diverse, aumentando le possibilità la longevità e le soluzioni di gioco.  
 
A questo proposito, Microsoft ha dichiarato che fornirà agli sviluppatori strumenti di Intelligenza Artificiale generativa per migliorare i dialoghi, le sceneggiature e le missioni di gioco. Inoltre, ci sarà un “copilota” che aiuterà i game designer a sviluppare le bozze di idee. Si tratta di una piccola rivoluzione, in cui i programmatori utilizzeranno con più frequenza l’AI come alleato nella creazione di contenuti di gioco.  
 
Haiyan Zhang, general manager Xbox per il gaming AI, ha annunciato a partnership pluriennale con Inworld AI, un’azienda specializzata integrazione dell’intelligenza artificiale nei personaggi non giocabili (NPG) all’interno dei giochi.  

L’Intelligenza Artificiale, insomma, promette di portare l’esperienza di gioco a nuovi vertici. Immaginiamo di giocare, anzi immergersi, in mondi “virtuali”, che poi virtuali non sono, in cui NPC (personaggi non giocanti) agiscono a seconda delle scelte del personaggio gestito dal giocatore, adattandosi a strategie e interazioni in tempo reale. Questo livello di immersività apre la strada a giochi che sfidano la definizione tradizionale di narrativa e interattività. 
 
Il Ceo di Take Two, una delle case videoludiche più note, è entusiasta a proposito: “Tutti ci stanno lavorando”, ha affermato, come si legge nell’articolo di Multiplayer.it. “Sei un personaggio giocante e interagisci con personaggi non giocanti. L’interazione normalmente è prestabilita da uno script per il momento, e gli NPC generalmente non sono molto interessanti”.  
 
Ma, ha aggiunto, l’AI generativa renderà molto più profondi non solo i personaggi non giocanti, ma anche l’ambientazione e l’interazione tra giocatori e altri giocatori fisici. E anche se non si sa se questa innovazione sarà nel nuovo GTA, il sesto capitolo della saga, è assai probabile che prima o poi la troveremo in tutti i titoli.  

Con tutto questo potenziale innovativo, sorgono naturali anche questioni etiche. Come garantire l’equilibrio tra la creazione di mondi virtuali coinvolgenti e il rispetto dei valori etici? L’AI sostituirà i programmatori, rendendoli di fatto dei disoccupati?  
 
La riflessione su queste questioni è essenziale, soprattutto ora che l’IA diventa sempre più pervasiva: quel che sembra è che l’Intelligenza Artificiale diventerà un collaboratore, e non un sostituto, dell’uomo, a patto che si stabiliscano limiti e confini chiari da subito.   In conclusione, l’Intelligenza Artificiale generativa sarà uno strumento fondamentale per il futuro del gaming. Se da tempo i videogiochi sono utilizzati per più scopi, compreso l’insegnamento (vedi il caso del professor Simone Bregni, che da tempo usa i videogiochi per insegnare l’italiano), ben presto gli algoritmi daranno nuova linfa al gaming in modi che solo pochi anni fa sembravano fantascienza. L’IA è destinata a trasformare il nostro modo di giocare, aprendo nuove frontiere di divertimento e applicazione dei meccanismi di gioco.  

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