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INCUBI, Trentasei Sonetti Onirici di Andrea Donna

Oltre agli inediti sonetti elisabettiani del poeta, la silloge contiene anche una magistrale riscrittura prosodica dei “Funghi di Yuggoth” di Howard Phillips Lovecraft

Incubo, dal latino in cubare, nel senso di star sopra, incombere, e per estensione assillare; oggi, nella koinè anglofona imperante, potremmo anche dire stalkerare, cioè perseguitare, infastidire al punto di rendere la vita intollerabile.

L’incubo è un sogno distorto, alimentato dall’inconscio, che libera e sdogana immagini grottesche censurate dalla ragione, ma che talora alla ragione sfuggono, prendendo inconsistente forma e astratta concretezza, ma appaiono come fossero reali, alimentando e rinnovando paure e angosce forse ancestrali. Angosce e paure che si manifestano nella solitudine di una stanza nel cuore di una notte insonne, o nel bel mezzo di una strada urbana brulicante di persone, oppure nella pace suggestiva di un contesto bucolico, o nel silenzio di un chiostro francescano, o ancora in un atro, intricato e labirintico bosco di pioppi.

L’incubo può coglierci ovunque, avvinghiandoci il corpo e la mente, facendoci urlare urla spesso mute, eppure laceranti nel silenzio dell’anima.

Andrea Donna prova con questa sua inedita raccolta di sonetti shakespeariani (sono 72 in tutto, di cui i primi 36 inediti e di chiara ispirazione lovecraftiana; gli altri 36 sono la trascrizione prosodica in Lingua italiana dei Funghi di Yuggoth) prova – riuscendo nell’impresa in modo impeccabile ed efficace – ad esplorare il terrificante e spesso spietato mondo onirico popolato di mostri e divinità, di pozzi senza fine, di orridi oscuri, di selve impenetrabili, di corpi eterei senza volto, di animali fantastici, uscendone – nonostante le infinite insidie e le infide trappole – incolume e confortato da una sottesa ma tenace speranza.

Perché nel confuso, nebbioso, algido, tenebroso, vischioso, orripilante mondo degli incubi, sa che un Poeta può sempre cogliere una via di fuga, rifugiandosi – ad esempio – tra le vecchie, care pareti domestiche: “Allora va il poeta disarmato / a rifugiarsi nelle proprie stanze” (I, Ars poetica); oppure perché è consapevole di trovare, sia pur negli intricati meandri di in una oscura selva, quella “… brezza / che i rami fa ondeggiare” cosìcché “… ogni dolore / è dato sciogliere nella dolcezza, / tra le cadenti foglie nel chiarore” (VI, Il Bosco).

Andrea Donna sa che “Vi sono chiavi in grado di forzare / eterne, sigillate serrature”, (IX, Mondi nascosti), che possono spalancarci strade luminose – oppure oscure, certo – “ponti sul tempo, archi sul mare”, per traghettarci in celati mondi, inquietanti o meravigliosi. “Solo una chiave ne aprirà la via / fatta d’argento e di malinconia” (XXIII, Il Giardino).  E allora il viale della vita, “nell’eterno crepuscolo di giada”, potrà colorarsi di imprevedibili e suggestive nuances di indaco e sarà forse quella strada che ci condurrà verso i confini dove brilla – maestosa all’occaso – l’Ilýs l’Azzurra (XIV,l’Ilýs l’Azzurra).

Certo, quando l’incubo incombe e pare non lasciare scampo, il poeta cerca un postremo riparo, e pare cedere alla rassegnazione, come drammaticamente spiega nel distico finale del sonetto XVIII (La condanna): “Mi rannicchiai in un angolo, là… Senza / scampo ero, e presto persi conoscenza…”  Ma poi si risveglia, indomito, il cuor di poeta per cogliere del mandorlo in fiore “la tenue lucentezza / che accende il quadro di un artista ignoto”.

C’è sempre un barlume di luce e di speranza, anche nelle notti più tetre.

Andrea Donna è un esploratore di mondi onirici, e noi Lettori, suoi compagni di viaggio, ci lasciamo guidare dal lui, mentore ideale di un itinerario poetico, fantastico e grottesco. I suoi versi, endecasillabi armoniosi, sono la colonna sonora di un film suggestivo e imperdibile, che scorre tra primi piani, dissolvenze, flash back, inquadrature e scenografie inquietanti, con un cast di primissimi autori con una regia dei suoni, delle luci, e della fotografia da premio Oscar.

La raccolta “Incubi” | Trentasei Sonetti Onirici di Andrea Donna è pubblicata da Aristodemica Srls, Termoli, 2023 (ISBN 9791281550032). La Prefazione è di Riccardo Infante. La Postafazione è di Roberto Demarchi. La Nota dell’Editore è firmata da Antonello Fabio Caterino.

Il volume può essere richiesto a questo link:

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdakpovlnWLztb4Xxt-yXnwNqyon9UFYzak2vUxky9Z-IDjwQ/viewform

a cura di Monginevro Cultura

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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