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Una visita guidata al castello di Serralunga d’Alba un “unicum” all’interno del paesaggio di Langa

Lungo le strade del Barolo, svetta una dimora storica che domina le colline: è il castello di Serralunga d’Alba. Slanciato e maestoso, simbolo indelebile di questo paesaggio, è considerato uno degli esempi meglio conservati di castello nobiliare trecentesco del Piemonte, e rappresenta un caso unico in Italia per la sua struttura architettonica, propria di un donjon francese. Di fatto, il maniero si presenta come unicum all’interno del paesaggio circostante, caratterizzato da linee verticali punteggiate da bifore, merli, e archetti pensili, torri circolari e fregi, testimone della tipica casa fortezza europea medioevale.

Nel XII secolo – epoca in cui i discendenti di Bonifacio del Vasto, Bonifacio Minore e Ottone del Carretto, erano i signori del luogo – una torre sovrastava e difendeva il borgo. Dopo essere stato acquistato nel 1190 da Manfredo di Saluzzo, il feudo pervenne ai Falletti di Barolo, importante famiglia signorile delle Langhe: nel 1340 Petrino Falletti fece abbattere la torre, che lasciò il posto all’attuale castello. Dal tempo della sua costruzione ad oggi pochissimi rimaneggiamenti sono stati apportati all’edificio, che non subì gravi fatti d’armi e non fu mai trasformato in sede di villeggiatura, mantenendo dunque inalterata la struttura di una roccaforte medioevale.

Le circostanze di non essere stato oggetto di fatti militari importanti e di non essere mai stato trasformato a scopo residenziale ce lo hanno consegnato inalterato nella sua struttura originale di roccaforte medioevale. Più che un ruolo militare, però, il castello ha svolto nei secoli una funzione di controllo sulle attività produttive del territorio, come dimostra la sua ardita verticalità, tesa a sottolineare il prestigio della famiglia Falletti. L’ingresso principale era comunque ben difeso da due cerchie di mura, un fossato, uno spesso portone di legno, il ponte levatoio ed una grata, poste anche a protezione della cisterna d’acqua sotto il piccolo cortile interno. All’interno, il Salone dei Valvassori  è la sala principale del castello, caratterizzato dal soffitto a cassettoni e dal pavimento in terracotta. Vi troviamo una piccola cappella, un tempo separata rispetto al resto del salone: sono presenti, in un affresco del 1400 di artista ignoto, quattro santi: San Giovanni Battista, Santa Caterina d’Egitto, Sant’Antonio da Padova e San Francesco, sormontati dal simbolo dell’Agnus Dei. Alcuni camini di notevoli dimensioni e soffitti lignei sono le uniche testimonianze rimaste degli arredi originali.

Nel 1864, con la morte dell’ultima discendente, la filantropa Giulia Falletti Colbert, il maniero passò all’Opera Pia Barolo, per essere infine acquistato e restaurato dallo Stato nel 1949. Con l’acquisizione statale sono stati avviati i primi importanti lavori di restauro. Dal 2015 il castello è in consegna alla Direzione Regionale Musei Piemonte. La gestione è attualmente affidata alla Barolo & Castles Foundation.

L’acceso all’interno del castello è consentito solo con visite guidate di 45 minuti, per motivi legati alla sicurezza del pubblico e alla tutela del bene storico. La visita comprende tre ampi saloni sovrapposti di 80 mq, l’ultimo dei quali, quello del camminamento di ronda, offre una vista a 360° sulle colline e sui paesi circostanti, fino all’arco alpino. Per l’occasione, ogni visitatore sarà dotato di un caschetto per il capo, per calarsi ancora meglio nei panni degli esploratori.  La prenotazione è consigliata per i singoli visitatori, soprattutto nei fine settimana e nei giorni festivi con almeno un giorno di anticipo. Orario partenze visite: al mattino ore 10.30, 11.15, 12 e 12.45; al pomeriggio ore 14.30, 15.15, 16, 16.45 e 17.30. Info. 0173.613358 – info@castellodiserralunga.itcastelloserralunga@barolofoundation.it

Piero Abrate

Piero Abrate

Giornalista professionista, è direttore responsabile di Piemonte Top News. In passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. E’ stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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