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Tour astigiano alla scoperta delle “memorie alfieriane”

Nella città di Asti, in Piemonte, il 17 gennaio dell’anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti: così Vittorio Alfieri parla di sé stesso nella sua autobiografia “Vita scritta da esso”. Andiamo alla scoperta dei numerosi monumenti che fanno parte del percorso alfieriano

Il ritratto di Vittorio Alfieri del pittore Francois-Xavier Fabre

Toiu”, questo è il nomignolo con cui tutti gli Astigiani lo chiamano, è presente più che mai nella città di Asti, camminando per le vie del centro si respira un non so che di storico e letterario. Se si percorre l’itinerario alfieriano, ci si accorge subito dei numerosi monumenti tuttora visibili, il più importante è sicuramente Palazzo Alfieri, appartenente alla famiglia Alfieri dal XVII secolo. I primi lavori di rimodernamento sono stati opera del cugino di Vittorio, Benedetto Alfieri, che intorno al 1736 ha dato ancora più sfarzo all’edificio. Nel XIX secolo il palazzo divenne una delle proprietà della famiglia Colli di Felizzano, grazie al matrimonio tra Marianna Cristina Canalis, figlia di Giulia Alfieri (sorella di Vittorio) e Luigi Colli Ricci, conte di Sobrito e marchese di Felizzano. Dopo varie vicissitudini storiche, il Conte Ottolenghi donò il Palazzo al Comune di Asti, che dal 1923 al 1958 attuò ulteriori lavori di restauro e collocò l’attuale busto di Vittorio Alfieri nel cortile.

Chiuso poi per più di vent’anni a causa dei lavori di ristrutturazione del piano nobile, il Palazzo ha riaperto al pubblico nel 2016. Oggi è la sede della Fondazione Centro Studi Alfieriani e del Museo Alfieriano.

La camera natale del grande drammaturgo astigiano

La ristrutturazione della casa natale di Alfieri è stata organizzata in modo da far sopraggiungere al cuore di chi la visita quell’emozione spontanea che si percepisce quando si entra in quei luoghi che sono stati abitati da personaggi di rilievo come Alfieri. Ripercorrere la sua vita, esplorando le varie stanze è l’intento del museo, che ha lo scopo di mostrare il personaggio Alfieri dalla sua infanzia fino alla maturità.

Vittorio Alfieri è uno dei principali personaggi piemontesi che hanno segnato indelebilmente la storia letteraria della regione e all’interno del palazzo le tracce della sua eredità sono visibili fin da quando si mette piede nel cortile del Palazzo, dove il busto rappresentante la sua icona trionfa e dà il benvenuto a chiunque si accinga ad entrare.

Accedendo allo scalone di pietra che porta al piano nobile, si giunge alla prima sala, in cui la maestosità degli arredamenti colpisce subito l’occhio. Il cuore del palazzo rimane la camera natale, dove si trova un enorme letto a baldacchino, risalente al XVIII secolo, dove il poeta vide la luce per la prima volta, una testimonianza molto commovente.

Il monumento che la città ha dedicato al grande concittadino

Uscendo dal palazzo e recandosi in cortile, si può accedere sulla destra al giardino, in cui nel 1849 fu messo a dimora il platano in occasione del centenario dalla nascita di Alfieri (1749-1849). L’albero è ormai molto sviluppato, grazie ai suoi 40 metri di altezza, è visibile anche dall’esterno, ovvero da piazza Fratelli Cairoli. Un altro omaggio che la città di Asti ha voluto fare al poeta è il monumento celebrativo che si trova nella omonima piazza. Il 16 novembre 1862 venne inaugurata questa imponente statua in marmo di Carrara, alta tre metri e mezzo e poggiata su un piedistallo di granito. La statua ritrae “Toiu” in posizione fiera e valorosa, che svetta su tutta la piazza rendendola un punto di riferimento per chiunque venga a fare un giro.

In città il passaggio di Vittorio Alfieri rimarrà indelebile per sempre, ancora oggi, quando gli astigiani si danno appuntamento con gli amici, dicono “Ci vediamo sotto Toiu?”. La statua di Alfieri osserva dall’alto da tanti anni tutti i gruppi di ragazzi che si ritrovano per chiacchierare, che ridono e schiamazzano, e chissà che in essa non ci sia un po’ di spirito alfieriano che sommessamente sussurri “Volli, e sempre volli, e fortissimamente volli.

Chiara Parella

Classe ’87, torinese di nascita, ma astigiana di adozione, dopo una formazione classica, si è laureata in scienze e tecnologie agroalimentari presso l’Università degli Studi di Torino. Si occupa di marketing e comunicazione e scrive per alcuni blog di settore. Amante da sempre della letteratura latina e della cultura in generale, è autrice del libro “La figlia sfuggente”, il suo esordio letterario (Letteratura Alternativa Edizioni, 2020).

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