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Qualità delle acque: in Piemonte promossi fiumi e laghi, bocciate gran parte delle falde

TORINO. La sempre maggiore attenzione all’ambiente ha portato la Regione Piemonte a fare un grande lavoro negli ultimi anni sulle reti di depurazione. La qualità delle acque in Piemonte è buona nel 55% dei fiumi e dei laghi, una percentuale superiore alla media europea che si aggira attorno al 43%, e di poco migliore anche rispetto alle altre aree del bacino padano.

All’interno della falda superficiale, al contrario, la situazione non è positiva, in quanto la qualità risulta “scarsa” nell’82% del totale, anche perché qui si rilevano gli effetti passati dell’inquinamento in agricoltura e di quello dovuto all’urbanizzazione. La falda profonda, invece,  risulta di qualità buona all’83%.
I dati sono il frutto di uno studio compiuto dalla Regione per la messa a punto del nuovo Piano di tutela della acque, presentato in Giunta dall’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia. «I dati mettono il Piemonte al primo posto nella Pianura Padana, che però sconta i problemi legati all’essere l’area più industrializzata del Paese. Ci sono larghi margini di miglioramento sui quali intendiamo intervenire. Avere una falda superficiale con un’alta percentuale di scarsa qualità non va bene», riferisce Valmaggia .

Il 13 marzo 2007 il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato il Piano di tutela delle acque (PTA), strumento finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e più in generale alla protezione dell’intero sistema idrico superficiale e sotterraneo piemontese. tra le finalità si legge: L’acqua è un diritto e un patrimonio comune appartenente all’umanità e a tutte le specie viventi, bene pubblico essenziale per l’ambiente e per il progresso economico e sociale, da proteggere, condividere eutilizzare in quanto tale. A tal fine il Piano di tutela delle acque della Regione Piemonte persegue la protezione e la valorizzazione del sistema idrico piemontese nell’ambito del bacino di rilievo nazionale del fiume Po e nell’ottica dello sviluppo sostenibile della comunità. Allo stesso fine tutte le istituzioni competenti in materia improntano il loro operato ai principi di reciproca leale collaborazione e di partecipazione effettiva dei cittadini sin dalla fase di elaborazione delle azioni attuative del Piano di tutela delle acque, in modo da garantire trasparenza al processo decisionale, rafforzando consapevolezza e sostegno dei cittadini sulle decisioni relative. Il Piano di tutela delle acque, in coerenza alle politiche dell’Unione europea in materia di acque, opera in attuazione della normativa nazionale vigente e in conformità agli indirizzi formulati dal Piano direttore regionale per l’approvvigionamento idropotabile e l’uso integrato delle risorse idriche. 

Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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