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A bordo della storica tranvia a dentiera che collega Sassi a Superga

Fin dal 1884, il trenino trasporta ogni anno migliaia e migliaia di passeggeri, e rappresenta una singolare e suggestiva attrazione turistica per la città. Per i torinesi, è semplicemente “la dentiera”

TORINO. Unica in Italia nel suo genere (nel resto del mondo, le tranvie che adottano un’analoga tecnologia di locomozione sono rimaste comunque una rarità), la dentiera di Torino iniziò il suo servizio nel lontano 26 aprile 1884.  In verità, la tecnica originaria era quella tipica delle funicolari. La storica prima corsa venne effettuata con motrici che adottavano il sistema Agudio: la trazione del trenino avveniva tramite una fune d’acciaio azionata a motore, che scorreva su pulegge sistemate lungo il percorso, parallelamente al binario.

Fu nel 1934 che la linea venne trasformata più propriamente in “tranvia a dentiera”, con trazione a rotaia centrale, e così è rimasta fino ai giorni nostri, sia pur con alcuni momenti (più o meno prolungati) di sospensione del servizio, per motivi di manutenzione tecnica o in concomitanza di momenti storici particolari. Al di là del diverso sistema di trazione adottato (i lavori di riattamento furono condotti a cura del TIBB, Tecnomasio Italiano Brown Boeri, e dalle Officine di Savigliano), e l’inevitabile sostituzione per obsolescenza o per intervenuta incompatibilità tecnica di alcuni componenti, il trenino e i suoi vagoni sono però rimasti quelli del lontano 1884.

Oggi la dentiera di Superga viaggia su una linea completamente ristrutturata e in totale sicurezza: incantevoli le stazioni di partenza (Sassi) e di arrivo (Superga), tirate a lucido le carrozze con i sedili originali in legno, suggestivo e indimenticabile il viaggio. Salire a bordo della dentiera costituisce un’opportunità rara ed emozionante per rivivere le emozioni e le suggestioni di un viaggio d’altri tempi su carrozze d’epoca, per non parlare del panorama fantastico che si apre al di là dei finestrini.

Il percorso della linea si estende per 3.100 metri. I binari superano il dislivello totale di 425 metri che separa la stazione di Sassi (che si trova a Torino, in piazza Modena a 225 metri s.l.m.) dalla Stazione di Superga (a 650 metri s.l.m.). Il trenino s’inerpica sulla collina, con una pendenza media del 13,5%, e con una punta massima del 21% nel tratto finale tra Pian Gambino e la Stazione di Superga. La velocità massima è di 14 km/h: ognuno dei tre convogli in servizio impiega approssimativamente sedici minuti per completare il tragitto tra le due stazioni.

All’arrivo alla Basilica, si può ammirare lo splendido panorama su Torino, con la retrostante chiostra delle Alpi che fa da corona alla città: l’urbanista e architetto Le Corbusier (1887-1965), incantato dallo scenario che gli si aprì alla vista appena sceso dal trenino, definì quella postazione “la più incantevole del mondo”.  Giunti lì, è poi possibile visitare la Basilica di Superga e la sua celebre cupola, capolavoro di Filippo Juvarra, le tombe reali dei Savoia e soffermarsi accanto alla stele dedicata alla squadra del Grande Torino, che proprio a Superga si schiantò il 4 Maggio del 1949, sull’aereo che faceva ritorno in città dopo una trasferta in Portogallo, al culmine del successo internazionale degli indimenticabili campioni granata.

Le corse sono effettuabili tutti i giorni, eccetto il mercoledì (giorno di manutenzione della linea), con cadenza oraria. Le corse vengono raddoppiate nel pomeriggio della domenica (dalle 14 alle 20) con treni che partono ogni mezz’ora. Per ulteriori approfondimenti, rinviamo il lettore alla consultazione del sito ufficiale della GTT, Gruppo Torinese Trasporti (http://www.gtt.to.it/cms/), dove si legge: “La biglietteria si trova all’interno della stazione di Sassi”.

Il collegamento della tranvia è gestito mediante un convoglio composto di motrice e sino ad un massimo di due vetture rimorchiate, con capacità complessiva di 210 passeggeri. Nei pomeriggi delle giornate festive (non nel periodo invernale), il servizio è raddoppiato mediante utilizzo contemporaneo di due convogli. Il servizio è accessibile anche alla clientela disabile mediante assistenza di due accompagnatori, previa segnalazione ai numeri telefonici: 011.5764733 – 011.5764750”.

Vorrei chiudere l’articolo con una mia poesia in lingua piemontese, dedicata proprio alla “dentiera”.

La dentera ’d Superga

A Superga sensa dent
l’han butaje la dentera.
L’han butàjla an primavera:
l’era ’n di con pieuva e vent.
L’é montàjne dzora ’d gent!
Òh che longa filonghera:
tuti alégher ‒ ma che fera! ‒
da Superga a Cher as sent.
Pòch arlass për nòstra ment:
l’é montaje na lingera
con un fiasch pien ëd barbera,
peui ’n paco con ël trent,
doe madame da Lusent,
doi ovrié da la Falchera,
j’era ’dcò na lavandera:
basta là… j’ero an dosent…
A Superga sensa dent
L’han butaje la dentera.
L’han butàjla an primavera:
l’era ’n di con pieuva e vent.

Glossario: dentera: dentiera; filonghera: lunga fila; Cher: Chieri; arlass: relax, riposo; lingera: vagabondo, cantastorie; paco: contadino; trent: tridente; ovrié: operai; lavandera: lavandaia.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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