Scatta l’emergenza lupi: sono quasi duecento in Piemonte
Recenti avvistamenti di lupi nelle zone dell’Astigiano, e nelle Langhe, riportano nuovamente l’attenzione su questa specie da salvaguardare, ma anche da monitorare, in quanto la popolazione italiana di lupi, diminuita negli Anni Settanta, si è nuovamente espansa.
L’aumento in Piemonte, stimato nel 2017, è documentato nel Report sullo status di presenza del lupo in questa regione, presentato da Francesca Marucco, coordinatrice del progetto europeo WolfAlps. Si contavano 151 lupi, in particolare nelle province di Cuneo e Torino, mentre nel biennio 2017/2018 si è arrivati a circa 195.
Investimenti, bracconaggio, oltre ad attacchi di lupi a greggi di pecore, rivelano un rapporto “tormentato” con questo predatore leggendario: «Con il ritorno del lupo si sono dovute modificare abitudini lavorative profondamente radicate», si legge nel Report, ad esempio costruendo recinzioni mobili elettrificate, avvalendosi dell’ausilio di cani da guardi, o della presenza di una guardiano al pascolo.
Risulta importante, quindi, la collaborazione dei cittadini con gli Enti che si occupano di monitorare la situazione, ad esempio il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino.
Bruno Viola, pastore del Trentino, e presidente dell’associazione per la Difesa del patrimonio zootecnico dei grandi predatori, intervenuto lo scorso 15 settembre al convegno “Tra cane e lupo: problematiche, sicurezza e prevenzione” riguardante anche la relazione tra lupi e montagne, ha dichiarato: «Il lupo non è né santo, né maledetto. È un lupo. E noi siamo allevatori che vogliamo portare a fine stagione le nostre pecore».
In Piemonte, volendo promuovere prodotti e produttori che lavorano in un territorio di presenza stabile del lupo, facendo della coesistenza uno strumento di promozione del territorio, è nato il marchio “Terra di lupi”, che ha lo scopo di agevolare quelle aziende che, a causa della convivenza con il lupo, hanno subito costi di produzione più alti.