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Quelle eleganti Flaminia presidenziali che Gronchi ordinò alla Lancia in occasione delle Celebrazioni di Italia ‘61

Sul finire degli anni Cinquanta del Novecento, negli uffici tecnici della Lancia di Borgo San Paolo si lavorava con frenesia per proporre una nuova vettura di lusso, che prendesse il posto della ormai attempata Aurelia. Il progetto “Flaminia” si concretizzò nel 1957, quando uscì il primo esemplare di una vettura dalla linea elegante ed avvincente, di altissima gamma.

Dell’Aurelia si mantennero le soluzioni tecniche d’avanguardia già sperimentate e risultate vincenti: un motore a sei cilindri disposti a V di 60°, ma ulteriormente perfezionato, con una cilindrata di 2458 cm 3, e una potenza di 100 CV a 4800 giri/minuto. Tra le innovazioni assolute, una nuova sospensione anteriore a bracci trapezoidali e molloni elicoidali, ammortizzatori idraulici e barra stabilizzatrice.  Il retrotreno era costituito da un assale tipo De Dion con molle semiellittiche e barra Panhard di collegamento con il ponte.

L’Aurelia si rivela come una delle più raffinate berline dell’epoca, di lusso – certo – ma con quello stile tipicamente italiano che è equilibrio, eleganza e understatement allo stesso tempo. La linea della Flaminia era stata disegnata da Pininfarina.

Alcuni modelli di Lancia Flaminia, derivati dalla berlina, su design di diversi Carrozzieri Torinesi (Fonte: Wikipedia)

Negli anni a seguire, nacquero versioni derivate dalla berlina, come la Flaminia coupé 4 posti, con passo accorciato e motore di 119 CV, sempre carrozzata da Pininfarina, in grado di raggiungere i 170 km. orari. Nacque poi la Flaminia “GT”, carrozzata dalla Touring in versione coupé e cabriolet a due posti; e la versione coupé Sport Zagato, un modello adatto ad una guida sportiva (toccava i 190 km. orari) e alle competizioni.

La Flaminia si affermava intanto come vettura di grande fascino in ogni parte del mondo.  

Si avvicinava il 1961, l’anno in cui si celebrava il Primo Centenario dell’Unità d’Italia, una kermesse che ebbe echi internazionali, e che per molti Capi di Stato costituiva un’imperdibile occasione per una visita ufficiale nel nostro Paese. Bisognava pur accogliere presidenti, monarchi principi e regine con una vettura adeguata, essendo ormai andate fuori uso le vecchie Fiat 2800 di rappresentanza risalenti al 1938, che venivano usate dai gerarchi del regime, (una di queste vetture era stata ancora utilizzata dal primo presidente Enrico De Nicola, nominato Capo provvisorio dello Stato dopo il Referendum).

Fu per questa ragione che il presidente Giovanni Gronchi, nel 1960, ordinò alla Casa di Borgo San Paolo, di realizzare 4 vetture speciali su telaio Flaminia, la vettura italiana che all’epoca era il prototipo dell’eleganza e dello stile made in Italy, e concreto esempio degli alti livelli di sviluppo tecnologico raggiunto dal Paese.

La regina Elisabetta sulla Flaminia scoperta del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi,
a Roma, il 2 Maggio, 1961, in occasione dei festeggiamenti per il 1° Centenario dell’Unità d’Italia (ANSA)

In Casa Lancia i dirigenti si affrettarono a lavorare al nuovo progetto, in collaborazione con la creativa matita di Pininfarina. Si trattava di un modello “su misura”, adatto alle esigenze del Quirinale e delle più alte cariche dello Stato, ma che doveva anche rendere confortevole il trasporto di personalità illustri. Nacque così la “Flaminia presidenziale”: una limousine cabriolet che rispetto alla berlina standard aveva un passo più allungato (3,35 m.) e una carrozzeria che sfiorava i 5,50 m.

A ciascuna delle quattro limousine, tutte realizzate nel classico colore blu Lancia, fu attribuito il nome di altrettanti purosangue delle Scuderie del Quirinale: Belfiore, Belmonte, Belvedere e Belsito. Tutte le vetture erano dotate di una capote apribile, tranne la Belsito che disponeva di una capote rigida. Dietro al vano dell’autista, vennero ricavati cinque comodi posti posteriori, più due strapuntini. La selleria è in pelle Connolly nera. Le limousine erano anche dotate di un interfono per comunicare con lo chaffeur.

Una Flaminia coupé 4 posti, realizzato da Pinifarina, davanti agli Stabilimenti di Corso Trapani (Torino)

Tra le prime utilizzatrici della Flaminia presidenziale, ci fu la regina Elisabetta, giunta in Italia per le Celebrazioni di Italia ’61, insieme al principe consorte Filippo. Si racconta che la regina d’Inghilterra si sia dimostrata così entusiasta del confort, delle prestazioni e della linea di questa vettura, al punto di convincersi ad ordinare un quinto esemplare alla Lancia, per aggiungere questo modello alla collezione delle sue vetture private. Non esistono tuttavia conferme che la limousine sia stata effettivamente prodotta e consegnata a Buckingham Palace.

Tra gli altri passeggeri nobili delle Flaminia Presidenziali, ricordiamo John Fidzgerald Kennedy e Charles De Gaulle.

Attualmente, alle Scuderie del Quirinale sono ancora in dotazione due esemplari di Flaminia Presidenziale: la Belfiore e la Belvedere. La Belsito è invece conservata al Museo Storico della Motorizzazione Militare di Roma. La Belmonte è tornata a Torino, la città che le ha dato i natali, ed è esposta al Mauto: un monumento affascinante al genio di Pininfarina e alla creatività di Casa Lancia.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino", "Statue di Torino" e "Ponti di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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