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A Torino, tra passato e presente: l’igiene urbana come prevenzione alle malattie

Dallo spazzino in camice grigio con la scopa di saggina, alle autocisterne con gli spazzoloni meccanici per pulire e igienizzare la città. In questi giorni di pandemia, in cui i torinesi sono trincerati nelle loro abitazioni, incisivi interventi di igienizzazione delle strade si riveleranno efficaci per arginare l’avanzata del ferale virus

Qualche lettore con i capelli grigi, nato attorno la metà del Novecento, si ricorderà della romantica figura dello spazzino di quartiere, in camice grigio, con la sua lunga scopa di saggina in mano e la bici a carretto al traino, che raccogliendo le cicche, le cartacce e le foglie secche lungo i cordoli dei marciapiedi, ci salutava con un sonante “buon giorno” ogni volta che lo si incontrava. O di quando, davanti ai portoni delle vie, si fermavano i carri della raccolta rifiuti, ancora trainati da un cavallo: il pattume veniva raccolto con le pale nelle pattumiere dagli stessi immondezzai, che accedevano nei cortili con le ceste, portate a mo’ di gerla, sulla schiena. E qualcuno, nato in quegli anni, ricorderà pure con quale frequenza passavano lungo le strade i veicoli-cisterna che, procedendo a passo d’uomo, pulivano il sedime stradale con ricchi getti d’acqua.

Ma come e quando è iniziato un servizio organico di pulizia delle strade delle città? Già a metà dell’Ottocento, i centri urbani, Torino compresa, cominciarono ad assumere spazzini per ripulire il sedime stradale da cartacce e sporcizia ed igienizzare le contrade comunali.  In realtà, i primi a farsene carico furono i commercianti e le portinaie degli stabili, che armati di saggine e palette, si attivavano per tenere puliti marciapiedi e carreggiate, spesso invase dalle deiezioni degli animali da tiro.

Poco a poco, però, la tecnologia cominciò a dare un grande sviluppo all’attuazione del servizio di pulizia delle città. Il primo spazzino meccanico, fu lo Street Sweeper, brevettato dall’ingegner Joseph Whitworth, di cui riportiamo un disegno sopra. Il primo Street Sweeper fu adottato nella città natale di Whitworth, a Manchester, in Inghilterra: era nel 1843, quando comparve per le strade della città quello strano veicolo trainato da cavalli. Negli Stati Uniti, la prima spazzatrice stradale invece fu brevettata nel 1849 da CS Bishop. La macchina azionava dei dischi rotanti, ricoperti di setole metalliche, in modo che fungessero da energiche scope meccaniche.

Tempi passati, certo, ma in fondo neppur troppo così lontani, se pensiamo che le ricordate figure degli spazzini torinesi in camice grigio e gli immondezzai con le gerle sono state presenti fino agli ultimi anni Sessanta. Dopo aver ricordato come avveniva la raccolta rifiuti nella nostra città e la pulizia delle strade torinesi fino ai ruggenti anni Sessanta, proponiamo ora una breve sintesi della storia più recente di questo servizio. Il 1° gennaio 1969, il Comune di Torino istituiva l’Azienda Municipale Raccolta Rifiuti,  AMRR, a cui venne affidato il servizio pubblico di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani. Nel 1990, l’AMRR divenne AMIAT, Azienda Multiservizi Igiene Ambientale Torino; nel 1997, l’AMIAT divenne un’Azienda Speciale del Comune, per poi assumere nel 2000 la forma giuridica di Società per Azioni.

Dieci anni più tardi, la Città di Torino ne acquisì l’intero pacchetto di controllo. Nel 2011, tutte le azioni furono conferite alla Finanziaria Città di Torino Holding srl, società capogruppo interamente posseduta dalla Città di Torino, istituita con lo scopo di amministrare in modo efficiente, efficace ed economico, le società comunali partecipate.

L’anno successivo, con gara bandita dalla Città di Torino, il 49% delle quote Amiat fu ceduto dalla Finanziaria Città di Torino Holding srl alla Amiat V. spa, un gruppo societario composto dalle società per azioni Iren, Iren Emilia e Acea Pinerolese Industriale.  A fine 2014, il Comune di Torino cedette un’ulteriore quota del 31% di Amiat ad Amiat V., che raggiunge così l’80% della proprietà dell’azienda.

Com’è noto, l’Amiat è da anni impegnata nel progetto di estendere a tutti i quartieri torinesi la raccolta rifiuti porta a porta, ed ha raggiunto percentuali di copertura del servizio che pongono ormai la città di Torino in posizioni di avanguardia rispetto a molti altri centri italiani e stranieri. L’Amiat si occupa tradizionalmente anche della pulizia delle strade e dei mercati.

Abbiamo rievocato tempi passati, che in questi tristi giorni di incertezza, di smarrimento ed anche di impotenza, per l’avanzare della pandemia da Corona Virus, ci appaiono ancor più lontani. Ma nella consapevolezza che, soprattutto in momenti critici come questi, in cui viene messa in pericolo la salute pubblica, diventa sempre più importante pulire ed igienizzare le nostre strade con adeguati e sistematici getti acqua e disinfettante per contenere il contagio. Le analoghe drastiche misure adottate in Cina, a quanto pare si sono rivelate efficaci nella lotta contro un virus agguerrito, accanito e spietato, ma che non è invincibile. Almeno si spera.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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