“Piemonte eletto ‘capitale’ d’Italia”: mai successo a un’intera regione | Roma può solo guardare

Uno scorcio mozzafiato delle Alpi da Prali - Piemontetopnews.it (Foto Pexels)
Bellezze artistiche e paesaggistiche, ma non solo: nessuna regione come il Piemonte, il resto d’Italia può solo imparare.
La storia d’Italia è piena di capitali. Più o meno conosciute. Roma è e resta la capitale del Belpaese, oltre che il centro di gravità per eccellenza delle attività istituzionali e non solo. Eppure, la storia per qualche tempo ha detto altro.
Il riferimento principale va ovviamente a Torino, che può fregiarsi di un titolo che nessuno le potrà mai togliere, quello di prima capitale del Regno d’Italia formatosi nel 1861.
Già capitale del regno di Sardegna, dopo che la Seconda Guerra d’Indipendenza consegnò a Vittorio Emanuele II la Lombardia, parte del Centro Italia e tutto il Mezzogiorno, rimanevano fuori solo il Veneto e, appunto, lo Stato Pontificio.
Non tutti sanno, però, che prima di Roma, capitale dal 1871, il titolo passò per breve tempo a Firenze, grazie al famoso “accordo con gli italiani” (ante litteram, evidentemente…) stipulato da Napoleone III, la famosa Convenzione di settembre. Durò poco, così come brevissima vita ebbero le cosiddette “capitali di guerra”.
Italia terra delle cinque capitali: le conoscete tutte?
Ci stiamo riferendo a Brindisi e Salerno. Accadde in piena Seconda Guerra Mondiale quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il Centro-Nord era ancora sotto il controllo dei nazifascisti, mentre il Sud era già stato liberato dagli Alleati. Vittorio Emanuele III fuggì a Brindisi, quarta capitale fino al febbraio 1944, poi toccò a Salerno.
Resta però il fatto che nell’immaginario collettivo quando si parla di Capitali, oltre a Roma, ci si riferisce a Torino. Oggi, tuttavia, la situazione è molto cambiata, con Milano (che a sua volta Capitale lo fu sia in epoca romana che durante l’Impero Napoleonico) da molti considerata come “l’altra capitale” per la sua importanza a livello industriale e finanziario. Eppure, almeno in base a recenti studi, Torino può vantare un titolo di tutto rispetto. Quello di capitale del risparmio.
Tutti ai piedi del Piemonte: anche Roma s’inchina alla ‘regione capitale’
L’indagine sulla propensione al risparmio delle famiglie in Italia elaborata del Centro studi Guglielmo Tagliacarne mette infatti il Piemonte davanti a tutte le altre regioni d’Italia, con un tasso pari all’11,1%. Seguono la Lombardia con il 10,8%, Emilia-Romagna e Liguria al 10,1. A stravincere è in particolare il Nord Ovest con il 10,8%, contro il 8,7% del Nord Est. Un bell’orgoglio, in particolare per tre province.
La palma dei più virtuosi va ai biellesi, che riescono ad accantonare il 15,4% del proprio reddito. Seguono Vercelli (13,8%) e Asti (13,1%). Dati davvero significativi se si pensa che Milano e Roma concentrano il 18,4% del risparmio del Paese. La situazione del reddito delle famiglie premia invece la provincia italiana e in particolare il Nord, dato che ripropone l’annoso problema del Mezzogiorno, dove si paga un reddito medio inferiore di circa il 32%, che significa chiaramente possibilità inferiore di accantonare denaro. Torino si piazza al 19° posto di questa speciale classifica con una propensione al risparmio del 10,3%.