Fiori & Piante

Per gli antichi il salice rappresentava fonte di sapienza

Paese che vai e usanza che trovi! E nessuna usanza è più varia di quella riguardante il salice. Pianta adattata in vari paesi dall’Europa all’Asia alla Siberia, la specie rustica chi non l’ha vista crescere ai limiti dei campi e il Salix Babylonica, il salice piangente, chi non la vede tuttora negli ampi parchi? Per non dire della specie più ricercata dai rami ricciuti e quella tortuosa dai rami contorti, e quella nana a crescita lenta che è un piccolo albero in miniatura; infine quella dai fiori più belli che assomigliano a tanti fiocchi di cotone che sbocciano in aprile e che appartengono al Salix Wehrhahnii.

Noi, proprio dal salice piangente cominciamo a pensare che sia un albero adatto alle nostre usanze cimiteriali e per tale uso tristemente la confiniamo; un’altra credenza diffusa è che sia una pianta sterile e quindi favorisca la castità e l’astinenza. (Sarà il nodoso bastone di salice che faceva diventare mansueti gli smodati infoiati e i lussuriosi?).

Ma vediamo come diversamente è apprezzato in altre aree geografiche: per gli antichi il salice era fonte di sapienza e poiché i suoi rami, anche se vengono tagliati, durano a lungo mantenendo il loro aspetto sempreverde, è una fonte che non si inaridisce mai. Mentre in Grecia era usanza deporre rami di salice nel letto della donna per attirare i demoni della fertilità. In Cina è il simbolo erotico per eccellenza, tanto che le cortigiane o “etere”erano chiamate fiori e salici, e le sopracciglia delle fanciulle erano paragonate alle foglie del salice per quella loro forma ricurva, come pure i peli del pube erano le fitte ombre del salice.

Sopra e in alto, ramoscelli di salice in fiore

In comune in ogni caso è l’uso della corteccia del salice che ovunque era considerato un ottimo rimedio contro i reumatismi. Inoltre non dimentichiamo di portare in casa ogni tanto dei rami con i fiori di salice, è bello conoscerli e alternarli ai fiori di pesco, altrettanto interessanti sono i rami tagliati della varietà tortuosa e a riccioli, belli da conservare per le composizioni ad effetto

Roxi Scursatone

Roxi Scursatone: artista e scrittrice. Ha frequentato l’Accademia Albertina e l’Ateneo torinese. Si è occupata da sempre di letteratura, critica d’arte e saggistica. Ha pubblicato il libro di critica letteraria “Breviario estetico di Gaia” (Genesi ed.) e “Jole con l’arte nei sandali” (Genesi ed.). Da più di un decennio suoi articoli e saggi brevi su artisti sono presenti sulla rivista “Vernice”. E per anni è sul periodico “Chiaravalle” con la sua rubrica dedicata all’arte e ai fiori. Suoi testi di poesia visiva sono stati pubblicati sulla rivista di poesia multimediale “Offerta speciale”.

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