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Torta Gianduia, tra i dolci piemontesi per eccellenza: come prepararla

«Il mondo si divide in: quelli che mangiano il cioccolato senza il pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato; quelli che non hanno il pane», scrisse una volta in Margherita Dolcevita Stefano Benni, famoso scrittore dei giorni nostri. Ed è sicuramente vero, le parole di Nonno Socrate non si riferiscono davvero al “cioccolato”, ma lo nominano, e quel cioccolato, nell’industria dolciaria, anche lì ha sempre voluto dire tante cose, da lusso a piacere, da importazione a innovazione. E parlando di cioccolato, non si può non parlare, almeno per la nostra piccola terra, di gianduiotto.

Le nocciole sono alla base della Torta Gianduja

Vuole la leggenda che il gianduiotto sia nato come conseguenza del blocco continentale imposto da Napoleone nel 1806; il cacao, in breve, già un prodotto di lusso, divenne così caro da essere quasi impossibile da reperire. In Piemonte, quindi, sbuca una figura che cambierà le sorti della cioccolateria mondiale, Michele Prochet, che, nella leggenda, si dice abbia iniziato a produrre cioccolato sostituendo parte dell’impasto con le nocciole, da sempre un prodotto abbondante tra le colline della regione. Ovviamente, come sia effettivamente andata è, per noi, difficile a dirsi; quel che è certo è che, più avanti, l’invenzione di una macchina per la preparazione industriale del cioccolato, da parte di Giovanni Martino Bianchini, ha contribuito notevolmente alla creazione di ciò che oggi chiamiamo “gianduiotto”. Michele Prochet e Paul Caffarel, sostituendo parte dell’impasto di cacao con le nocciole delle Langhe, in quella torino del 1832, cambieranno le sorti del panorama cioccolatiero italiano; macinando e tostando finemente quelle nocciole così comuni, arrivarono alla creazione del givu, quel “mozzicone” – questo il significato letterale del termine -, che è l’antenato del gianduiotto. Sarà poi nel Carnevale del 1865 che, distribuiti dalla tipica maschera piemontese da cui devono il nome, Gianduja, i cioccolatini piemontesi per eccellenti iniziarono quella strada di fama che, oggi, li ha portati ad essere alcuni tra i dolcetti più famosi del mondo.

L’inventore del cioccolato gianduja Michele Prochet

Ingredienti

Per l’impasto

  • Cioccolato fondente extra: 250 g
  • Burro: 200 g
  • Nocciole tostate: 250 g
  • Cacao amaro: 10 g
  • Zucchero semolato: 200 g
  • Uova: 5, medie
  • Sale: 1 pizzico

Per la glassa

  • Cioccolata gianduia: 200 g
  • Panna per dolci: 200 ml
  • Burro: 50 g

Preparazione

La torta gianduia è un dolce tipico della tradizione piemontese, una ricetta golosa e semplice che renderà felici gli amanti del cioccolato e delle nocciole; senza farina e senza lievito, è perfetta per gli intolleranti al glutine e, con il suo cuore di pan di Spagna al cioccolato, un’ottima ricetta per chi cerca un dessert al cucchiaio per la merenda domenicale. Ma come si prepara? Vediamolo assieme.

Il primo passo nella preparazione della torta gianduia parte, come si può ben immaginare, dalla lavorazione del cioccolato: dopo averlo ridotto a pezzi, facciamolo sciogliere a bagnomaria. Dopodiché, passeremo al burro: dopo averlo tagliato a tocchetti e aver aggiunto 150g di zucchero, lavoriamolo con le fruste elettriche fino ad ottenere una crema liscia e per quanto possibile omogenea. Separati i tuorli dagli albumi (e conservati gli ultimi), aggiungiamo un rosso alla volta al composto appena ottenuto, sempre mescolando ed amalgamando i vari ingredienti.

Frulliamo dunque le nocciole e mescoliamole insieme al cacao, incorporando il composto ottenuto all’impasto e lavorandolo con le fruste mentre aggiungiamo, a filo, la crema di cioccolato precedentemente ottenuta: ne dovrà risultare un impasto denso ed omogeneo, che metteremo un attimo da parte mentre montiamo a neve gli albumi.

Montare gli albumi – a cui aggiungeremo il restante zucchero – richiede, come sempre, una certa accortezza: facciamo attenzione a lavorarli rigorosamente a temperatura ambiente e in un contenitore in acciaio accuratamente asciutto, lavorandoli a velocità progressivamente più alte. Montati, aggiungiamoli delicatamente all’impasto, mischiando con una spatola con movimenti dal basso verso l’alto per non smontarli accidentalmente.

È tempo di infornare: Imburriamo e infariniamo uno stampo circolare – ancora meglio una teglia furba, con l’apposita scanalatura alla base per la farcitura – da 30 cm e versiamoci l’impasto. Cuociamo la nostra torta gianduia in forno preriscaldato a 160-170 °C per circa 45 minuti, testando la cottura della torta con uno stecchino. Ricordate: per un buon risultato, la torta deve restare leggermente umida all’interno!

Perfetto: la nostra torta è pronta; non resta che preparare la glassa. Sciogliamo il burro in un pentolino – rigorosamente a fiamma bassa, accertandoci che non frigga! – e aggiungiamo il cioccolato gianduia. Appena entrambi saranno sciolti, sempre a fiamma bassa aggiungiamo la panna liquida, mescolando e facendo amalgamare i vari ingredienti tra loro. Appena la torta si sarà raffreddata, versiamoci sopra la nostra glassa al cioccolato.

Ora, non ci resta che impiattare; voilà, la torta è pronta per essere mangiata: serviamola ai nostri ospiti e godiamoci i loro sorrisi!

Mirco Spadaro

Classe '98, rivolese di nascita, frequenta il corso di Lettere Antiche a Torino, sotto il simbolo della città. Tra viaggi e libri, è innamorato della tecnologia e della scrittura e cerca, tra articoli e post su siti e giornali online, di congiungere queste due passioni, ora nella sua "carriera" come scrittore, ora con il "popolo di internet".

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