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L’addio al vercellese Gian Antonio Romanini, uomo simbolo del canottaggio

TORINO. Il mondo dello sport piange Gian Antonio Romanini, presidente onorario della Federazione Italiana Canottaggio scomparso ieri. Nato a Borgo Vercelli il 21 ottobre 1927, grande appassionato della disciplina, ha da sempre ricoperto incarichi di responsabilità, percorrendo tutta la strada tecnico-dirigenziale del remo, prima sociale all’Esperia, poi regionale al Comitato I Zona ed infine a Roma, Viale Tiziano, nella sede federale. Vicepresidente con Paolo d’Aloja, divenne suo successore nel dicembre 1984. Componente della Giunta CONI e Assessore all’Ambiente del Comune di Torino, sotto la sua presidenza (durata vent’anni) il canottaggio azzurro ha ottenuto risultati eccellenti infilando, una dietro l’altra, cinque Olimpiadi sempre onorate da medaglie: quattro d’oro (due nel 1988, mai successo né prima né dopo), tre d’argento e cinque di bronzo. Senza contare tutte le medaglie vinte nei vari Mondiali Assoluti, Pesi Leggeri e Juniores.

Insignito di Stella d’Oro al Merito Coni, Cavaliere Ufficiale della Repubblica, ha ricevuto numerosi premi per il suo continuo impegno nel mondo dello sport. Il suo primogenito Roberto è stato campione del mondo Pesi Leggeri nell’otto per tre volte (dal 1989 al 1991) ed attualmente è Consigliere federale.  G. Antonio Romanini è stato anche presidente dell’associazione “Percorsi” impegnata nello sport, ma anche nel cultura, nel turismo e nell’ecologia. Dal 2005 era presidente onorario della Federcanottaggio.

«Ci ha lasciati un uomo che ha dedicato la propria vita al canottaggio, prezioso testimone dello sport e dei suoi valori – ha commentato l’assessore allo Sport della Regione Piemonte, Giovanni Maria Ferraris –. La sua passione, il suo impegno, la sua lungimiranza lo hanno reso capace di portare innovazione in ogni settore remiero e di dedicare sempre grande attenzione ai più giovani, futuro della disciplina. Lo ricordiamo con lo stesso affetto che lui ha da sempre rivolto al fiume Po, casa dei canottieri, facendo nostra l’importante eredità che lascia con il suo esempio di uomo, padre e amico».

Appresa la notizia il presidente federale Abbagnale ha affermato: «Sono profondamente addolorato per la scomparsa del carissimo Gianni, al quale sono legato da una profonda amicizia e stima poiché è stato il mio Presidente durante tutta la mia attività agonistica ed ho avuto il piacere di lavorare con lui come dirigente federale. Un uomo che lascia un vuoto incolmabile in tutto il mondo remiero italiano. Una scomparsa che arriva improvvisa e che mi angoscia molto. Esprimo a tutta la famiglia, e al caro Roberto, le mie più sentite condoglianze personali, a nome di tutto il Consiglio Federale e di tutto il Canottaggio Italiano».

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