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Il Giardino di Palazzo dal Pozzo della Cisterna apre le porte ai Torinesi e ai turisti

Fu progettato nel 1678 per volontà della seconda Madama Reale come dépendance dell’aulico palazzo appartenuto alla nobile famiglia dal Pozzo

C’è un giardino nel cuore Torino, raccolto e ombroso, silenzioso e romantico. Dopo anni di inaccessibilità è stato finalmente restituito ai Torinesi e ai turisti. È il Giardino storico di Palazzo dal Pozzo della Cisterna, ora sede della Città Metropolitana di Torino, l’ente territoriale che ha sostituito la Provincia di Torino. L’isolato in cui si trovano sia il Palazzo che il Giardino, delimitato dalle vie Maria Vittoria, Carlo Alberto, Giolitti e Bogino era un tempo chiamato Isola dell’Assunta.

Il nucleo primordiale dell’edificio fu ultimato nel 1675 su progetto dei fratelli Andrea e Antonio Maurizio Valperga ed era di proprietà del conte Flaminio Ripa di Giaglione. Il Giardino venne allestito nel 1678 per desiderio della Madama Reale Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, che donò il terreno.

La facciata Sud di Palazzo Cisterna, che fronteggia il Giardino

Nel 1685 il Palazzo passa ai dal Pozzo della Cisterna, che daranno luogo nel tempo a continue migliorie del palazzo, facendone un edificio di sempre maggiore splendore e prestigio. A partire dalla seconda metà del Settecento, per iniziativa del principe-mecenate Giuseppe Alfonso dal Pozzo della Cisterna e con il coordinamento dell’architetto di corte Francesco Valeriano Dellala di Beinasco, viene ampliata la manica di ponente, con la realizzazione di nuovi appartamenti con ricercate decorazioni di pregio, in cui lo stile barocco degli interni spesso lasciò il passo ai nuovi gusti neoclassici. Segue poi un periodo di stasi di opere di intervento e restauro, che riprendono solo nella seconda metà dell’Ottocento, in occasione del matrimonio avvenuto nel 1867 tra Maria Vittoria della Cisterna, figlia di Carlo Emanuele della Cisterna, con Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, terzogenito di Vittorio Emanuele II.

Fu un matrimonio d’amore, e da questa unione nacquero tre figli. Il 2 Gennaio 1871, a seguito della deposizione della regina Isabella II, Amedeo fu chiamato al trono di Spagna, col nome di Amedeo I. Maria Vittoria lo seguì, e a Madrid si conquistò la simpatia dei sudditi con le sue opere di carità. Il regno durò tuttavia solo fino all’11 Febbraio 1873, caratterizzato da una spiccata instabilità politica, alimentata anche dal conflitto indipendentista contro Cuba. Amedeo I di Spagna abdicò e l’ex coppia reale fece ritorno a Torino, mentre a Madrid s’istituiva la Ia Repubblica Spagnola.

Palazzo Cisterna divenne un luogo d’incontro alla moda per i rappresentanti della vita amministrativa, diplomatica e politica dello Stato: si aggiunsero nuovi ambienti con tappezzerie in seta ed eleganti soffitti a cassettoni e vetrate. Per la decorazioni degli interni venne incaricato il pittore Augusto Ferri. Anche dopo la morte della principessa Maria Vittoria, stroncata dalla tisi a soli 29 anni, Amedeo d’Aosta non cessò di abbellire il Palazzo. Venne approvato il progetto per la costruzione della cancellata che delimita il Giardino sul lato di Via Carlo Alberto in sostituzione del precedente muro di cinta e quello per la ricostruzione dello Scalone d’Onore.

Palazzo Cisterna, Cortile interno da cui è possibile accedere al Giardino

Vennero inoltre apportate anche alcune migliorie d’avanguardia per quei tempi, come l’illuminazione a gas nell’androne, e realizzati ulteriori lavori di sopraelevazione.

Nel primi decenni del Novecento, furono effettuati solo interventi di ordinaria manutenzione. Nel 1940 i Savoia-Aosta vendettero l’aulico l’edificio dalla storia ultracentenaria all’Amministrazione Provinciale, i cui uffici si stabilirono a Palazzo Cisterna a partire dal dopoguerra.

Nel corso degli anni si susseguono nel Palazzo altre operazioni di restauro e di adeguamento agli usi pubblici, nel rispetto dei vincoli storici e architettonici dell’edificio.

Dal mese di Marzo 2023 è ora possibile fruire anche dell’omonimo e storico Giardino, che si aggiunge al novero dei numerosi parchi pubblici urbani.

Non vi si accede però da Via Maria Vittoria, dove si aprono i battenti del portone di ingresso al palazzo, ma da un’apposita apertura lungo la cancellata che si affaccia su Via Carlo Alberto.

Il Giardino ha una estensione quadrangolare, e si sviluppa intorno ad una fontana centrale. Si articola in aiuole e vialetti. Non mancano statue in stile classico e di arte contemporanea distribuite in modo sapiente, quasi a farne dei numi tutelari sulle aiuole fiorite. La riapertura del Giardino di Palazzo Cisterna ha coinciso con l’inizio della primavera: tra ippocastani che aprono le foglie e platani che allungano i rami verso il cielo, è tutto un fiorir di viole, di primule, di occhi della Madonna, verbene e tulipani.

Un inaspettato angolo di verde e pace nel centro storico della città.

Davvero Torino ci sorprende sempre e comunque e non finisce di farlo. Mai.

Sergio Donna | 26 Marzo 2023

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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