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1924: sulle tracce di Umberto di Savoia, Principe di Piemonte, in viaggio in Argentina nel 1924

2^ Parte. Le cronache dei giornali argentini dell’epoca descrissero con dovizia di particolari tutte le tappe di quell’emozionante tour diplomatico, e la gioiosa accoglienza della folla festante

(segue dalla 1^ parte: i Lettori interessati la possono leggere cliccando QUI)

Quando iniziò la sua partenza da Rosario, la carrozza che lo trasportava si diresse dai Boulevard Oroño e Córdoba fino alla Via 25 de Diciembre (oggi Juan Manuel de Rosas), salutata da ali di folla raggiante di entusiasmo. Nel suo soggiorno a Rosario, come riportato da alcuni quotidiani locali (Crónica e La Accion), non mancarono alcuni incidenti, per fortuna non gravi, dovuti agli spintoni e alle sgomitate di migliaia di persone che si assembrarono lungo le strade, dando vita a una calca esorbitante.

Córdoba, Tucumán, Lules, Nougués e Mendoza 13-14-15-16 Agosto 1924

All’alba di Mercoledì 13 Agosto, Umberto raggiuse la città di Córdoba con una carrozza ufficiale messa a disposizione dalla Compagnia Ferroviaria. Da Córdoba, il viaggio argentino del Principe proseguì verso le città di San Miguel de Tucumán e Mendoza.

Lo storico e giornalista Carlos Páez de la Torre, cronista de La Gaceta, afferma che il Principe Umberto incantò letteralmente gli abitanti di Tucumán, non meno di quanto già era successo agli abitanti delle altre località argentine da lui visitate. A Tucumán giunse Giovedì 14 Agosto 1924, sul lussuoso treno presidenziale, che non fungeva solo da mezzo di trasporto, ma era dotato di apposite carrozze arredate come le stanze di un confortevole appartamento. Fu un giovedì memorabile: Tutta l’area della stazione ferroviaria e la Plaza Alberdi vennero inghirlandate di fiori e imbandierate di vessilli argentini e italiani. Ad attendere il Principe, c’erano le autorità cittadine ed il Governatore Miguel Campero.

Umberto di Savoia percorse in carrozza le vie del centro fino a raggiungere il Palazzo del Governo tra ali festanti di cittadini di origine italiana e non solo.

Dal Palazzo del Governo, il Principe e la delegazione italiana assistettero a una sfilata di truppe; poi Umberto visitò gli studenti di diverse scuole ed inaugurò anche un busto dedicato a Dante Alighieri, collocato nei giardini del Rettorato dell’Università Nazionale di Tucumán (UNT). Dopo di che fu atteso per un Banchetto d’onore nel Palazzo del Senato Provinciale.

Il programma del giorno successivo, Venerdì 15 Agosto, fu meno formale: il Principe Umberto era atteso per una giornata di festa presso la Comunità italiana di Lules, località un po’ più a Sud ma poco distante dal capoluogo di provincia, San Miguél de Tucumán. Al mattino, visitò la Caserma della V Regione Militare, per poi continuare il tour percorrendo in treno la strada ferrata per San Pablo.

L’ultimo giorno di Umberto fu una full immersion con la natura del territorio. Il pranzo si tenne nella tranquilla cittadina di Nougués: il Principe fu ospite a pranzo del dottor Juan Carlos Nougués. Fu una vera festa, con un’orchestra che suonava avvincenti chacareras e tanghi argentini: un memorabile concerto. Vennero eseguiti brani di jazz e tanghi di Carlo Gardel, come “Píccolo navío” (Piccolo naviglio), “Sácate la caretita” (Togliti la maschera), che Umberto ascoltò con grande curiosità ed apprezzò moltissimo.

Le cronache dell’epoca ci raccontano che dopo pranzo, Umberto di Savoia e il suo entourage visitarono lo Zuccherificio di San Pablo, alla periferia di San Miguél de Tucumán.

L’avventuroso viaggio argentino volgeva ormai al termine. La delegazione raggiunse Cuyo, e Umberto attraversò le Ande, arrivando a Santiago del Cile, per poi ritornare a Buenos Aires il 30 agosto, per potersi imbarcare a bordo della San Giorgio e riprendere la rotta per l’Europa.

Il ritorno

Il Principe di Piemonte fece ritorno in Patria, ma certamente non dimenticò mai le emozioni provate in quel viaggio memorabile, serbandone il ricordo fino ai suoi ultimi giorni. Sei anni dopo sposò la principessa María José del Belgio, dalla quale ebbe quattro figli. E quando nel 1946 suo padre, Vittorio Emanuele III, decise di abdicare, ne prese il posto. Come già ricordato, Umberto II poté regnare però solo per 33 giorni, nel rispetto del risultato del Referendum con cui gli Italiani decretarono che l’Italia era diventata una Repubblica. L’ex “re di Maggio” non ebbe altra scelta che l’esilio. Si stabilì in Portogallo, senza poter mai più – secondo i dettati della Costituzione – ritornare in Italia.

L’ex re Umberto II, l’effimero “re di Maggio”, lasciò dunque l’Italia per sempre e si stabilì in Portogallo, a Cascais, a Villa Italia: il suo esilio durò fino alla morte. Qui conobbe la giovane e brillante Amalia Rodrigues (1920-1999), una delle più celebri interpreti del fado. Pare che i due fossero amanti. Il matrimonio con Maria José (trasferitasi a Ginevra) era ormai finito: la passione per la Rodrigues è verosimile, visto che Umberto godeva fama di essere un irresistibile rubacuori, anche se qualcuno sostiene che il Principe non nascondesse certe tendenze omosessuali. Umberto II di Savoia morì a Ginevra il 18 Marzo 1983.

              Nella foto: Villa Italia, Cascais, Portogallo

Sergio Donna | 25Gennaio 2024

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Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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