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Prodotti agrolimentari tradizionali: i biscotti Giolitti

DRONERO. Sono stati ribattezzati biscotti Giolitti, come il famoso statista piemontese. Un omaggio del pasticcere di Dronero Giuseppe Galletti, vero e proprio “inventore di dolci” dell’Ottocento. Nonostante Giolitti avesse scelto Cavour come sua residenza piemontese, Dronero rimase sempre il suo collegio elettorale. Al paese dove visse da giovane (oggi conta poco più di 7 mila anime) situato all’imbocco della Valle Maira su un contrafforte roccioso, Giolitti rimase legatissimo e proprio intorno al 1882, il pasticcere Giuseppe Galletti, decise di intitolargli i suoi biscotti. Non sappiamo se furono prodotti per l’occasione o se estratti dal ricco repertorio di paste e dolci del suo locale in cui si trovava una saletta da tè e dove si tenevano anche mostre di artisti locali. Fatto sta che quasi 140 anni fa nacquero i biscotti Giolitti.

Lo statista cuneese Giovanni Giolitti

Da allora, lo statista piemontese cominciò a portare con sé, nei suoi viaggi romani, questi biscotti, che crebbero così per fama e diffusione. Il pasticcere Galletti tramandò la ricetta tanto che questi biscotti vengono prodotti ancora oggi. Nei documenti comunali non esistono tracce scritte della nascita del prodotto, della quale probabilmente si parla in documenti epistolari privati.

I biscotti Giolitti ben si accompagnano al the

Oggi i biscotti Giolitti fanno parte dell’elenco dei Prodotti Agrolimentati Tradizionali (PAT), in cui rientrano soltanto quei prodotti per i quali vengono utilizzate metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo e praticate sul territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali. Si presentano come normali biscotti di forma rotonda, piatti, dalla pasta uniforme e friabile. La caratteristica principale è la presenza, oltre a farina, zucchero, mandorle e burro, di una distintiva aggiunta di pepe, che si può osservare visivamente sotto forma di puntini neri, sulla superficie dei biscotti o nella massa. Completano l’impasto marsala e rum. Si consumano asciutti, così come vengono sfornati, ma ancor meglio inzuppati nel tè. Sono caratterizzati da un sapore poco dolce poiché contrastato dal sentore speziato di pepe.

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