“Agente, l’ho buttato per sbaglio nell’umido”: 260mila euro di multa e 2 anni di reclusione | Non si scherza più

Raccolta differenziata - Piemontetopnews.it

Raccolta differenziata - Piemontetopnews.it (Foto X)

Differenziare i rifiuti oggi è la normalità, ma un tempo non era così: tolleranza zero al minimo errore, chi sbaglia paga la carissima.

Eseguire lo smaltimento dei rifiuti in maniera corretta rappresenta uno dei principali doveri civici ai quali siamo chiamati da ormai diversi anni e il riferimento è ben antecedente rispetto a quella svolta epocale che risale al 1997.

Cosa accadde in quell’anno? I più attenti, ma anche i meno giovani, ricorderanno che l’approvazione del Decreto Ronchi coincise proprio nel 1997 con una vera e propria rivoluzione nel quadro normativo riguardante la gestione dei rifiuti.

Nel dettaglio gli italiani iniziarono a fare i conti con la pratica della raccolta differenziata in Italia. O meglio tornarono a farlo, dal momento che la prima legge di questo tipo risaliva addirittura al 1941 e regolamentava lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Ci vollero altri 40 anni perché, nel 1982, venisse introdotto il termine riciclo, attraverso l’emanazione di obblighi di raccolta di rifiuti, mentre nel 1988 una vera e propria raccolta differenziata fece capolino per i centri urbani, prima che appunto nel 1997 ai cittadini venissero dati indirizzi più specifici.

Cosa sono i rifiuti senza ciclo chiuso: perché la differenziata è un dovere

Fatta questa breve storia è bene ricollegarsi alla premessa iniziale, quella che definisce la differenziata come un dovere civico da rispettare con precisione. A imporlo è l’elevata mole di rifiuti che produciamo, alcuni dei quali potenzialmente tossici, ma anche una considerazione sottovalutata da molti, se non sconosciuta.

Gli esseri umani sono gli unici abitanti del pianeta Terra che produce rifiuti che non creano un ciclo chiuso, ovvero che non tornano alla natura con una funzione precisa nell’ecosistema in cui sono stati prodotti, bensì necessitano di centinaia di anni per degradarsi.

Bidoni dell'umido - Piemontetopnews.it
Bidoni dell’umido – Piemontetopnews.it (Foto X)

Sacchi dell’umido riempiti malamente? Scatta la multa da paura

Dalla plastica all’amianto, gli scarti della raffinazione del petrolio agli oli esausti, tutti i rifiuti più pericolosi necessitano di un percorso di smaltimento distinto, che va dall’etichettatura al trasporto. Guai, però, a pensare che solo le sostanze di scarto nocive, se smaltite erroneamente, possano far incorrere i cittadini in multe salate.

Anche la “semplice” raccolta differenziata del nostro condominio, se svolta in maniera errata o negligente, può portare a conseguenze nefaste per il nostro portafoglio. Da un sacco della plastica sigillato male, ovvero privo del codice a barre di riconoscimento, fino a un cestino dell’umido contenente prodotti sbagliati. Per queste ed altre infrazioni il rischio è quello di incappare in sanzioni che vanno dai 25 ai 620 euro, ma le multe possono salire a importi a quattro cifre per chi abbandona i rifiuti, a prescindere dal loro grado di tossicità. Chi non si attiene ai propri doveri, del resto, sa di andare contro la legge. E, in questo caso, anche di maltrattare l’ambiente, recando un danno a sé e al prossimo.