Personaggi

Alfonso La Marmora: il monumento equestre di piazza Bodoni, capolavoro di Stanislao Grimaldi

Alfonso Ferrero della Marmora, o Alfonso La Marmora (Torino, 18 Novembre 1804 | Firenze, 5 Gennaio 1878), fratello di Alessandro La Marmora, fondatore del Corpo dei Bersaglieri, è stato un grande generale e un protagonista di spicco del Risorgimento italiano. A fianco di Carlo Alberto, combatté nella Prima Guerra d’Indipendenza (1848-1849). Fra il 1849 e il 1857 riorganizzò radicalmente il Regio Esercito Sardo. Tra il 1855 e il 1856 si distinse con il Contingente dell’Esercito piemontese nella Guerra di Crimea. Durante la Seconda Guerra di Indipendenza (1859) fu Ministro della Guerra. Fu più volte Presidente del Consiglio dal 1859 al 1866, prima del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia. Nel 1866 diresse le trattative che portarono all’alleanza italo-prussiana e alla Terza Guerra d’Indipendenza, durante la quale fu Comandante supremo dell’Esercito Italiano. Per dirla in breve, Alfonso La Marmora è stato un grande piemontese, e la sua scomparsa lasciò di strascico di emozionante cordoglio tra i torinesi, in primis, e in tutto il paese.

Foto d’epoca di Piazza Bodoni. In primo piano il monumento equestre ad Alfonso Ferrero della Marmora.
Sullo sfondo, l’Antico Mercato dei Commestibili che ha lasciato il posto al Conservatorio Giuseppe Verdi.
Foto tratta dalla Collezione di Beppe Lachello

Come spesso accadeva dopo la morte di un cittadino illustre, alla morte di Alfonso Ferrero della Marmora, avvenuta a Firenze il 5 Gennaio 1878, Il Municipio di Torino, lanciò una sottoscrizione per erigere un monumento alla sua memoria. Si raccolsero 23.000 lire, somma a cui si aggiunse il ricavato dalla vendita della raccolta di memorie, intitolata Ricordi della giovinezza, opera postuma del La Marmora pubblicata a Roma a cura di Luigi Chiala. Ma per realizzare l’opera, fu soprattutto determinante il contributo economico personale del marchese Tommaso Lamarmora, nipote del defunto statista.

Da una rivista d’epoca, il Monumento equestre al generale
Alfonso La Marmora, opera di Stanislao Grimaldi

Il pubblico approvò il bozzetto in gesso realizzato in due grandezze diverse da Stanislao Grimaldi (Chambéry, 1825 | Torino, 1903), Ufficiale dell’Esercito Sardo e artista a tutto tondo (fu scultore e pittore), e a lui venne affidato l’incarico della realizzazione dell’opera. Il monumento equestre venne plasmato in uno studio di Via della Rocca, dove il Grimaldi si mise all’opera fin dal 1881.

Realizzato un monumento, non era infrequente che nascessero vivaci diatribe per la sua ubicazione, prima e dopo il suo collocamento. Sono state molte, infatti, le cosiddette statue torinesi “itineranti”, a piedi o a cavallo, di pietra, marmo o bronzo, che per un motivo o per l’altro, finirono per essere spostate. Non si sottrasse a questo destino neppure l’elegante e plastica statua equestre di Alfonso Lamarmora.

Una rara copia dell’opera “Ricordi della Giovinezza”, di Alfonso La Marmora, pubblicato postumo a Roma

Come originaria ubicazione del monumento, il Municipio pensò a Piazza Maria Teresa, anche perché in questa romantica e silenziosa piazza torinese Alfonso Lamarmora visse a lungo. Poi si pensò che i frondosi alberi che la contornavano potessero rappresentare un impedimento a chi transitava da quelle parti, occultando in parte la vista della statua. Venne allora proposta una collocazione alternativa in Piazza Bodoni (dove peraltro pure visse il Lamarmora), proposta che venne approvata dal Consiglio Comunale. L’ultimazione del monumento richiese tuttavia ancora alcuni anni. S’iniziò con la realizzazione del basamento in granito di Baveno al centro della piazza, sulla quale sarebbe stata appoggiata la statua equestre e che rimase racchiuso da uno steccato per parecchio tempo, in attesa dell’arrivo della bronzea scultura equestre. Poi, finalmente, l’opera, fusa presso il Regio Arsenale di Torino, venne inaugurata il 25 Ottobre 1891, alla presenza del re d’Italia Umberto I. Con l’occasione, lo scultore Stanislao Grimaldi venne nominato Commendatore dell’Ordine Mauriziano.

L’opera segnò il culmine della carriera artistica del Grimaldi: nella sua lunga e intensa attività artistica anche aveva prodotto disegni, acquerelli, dipinti, figurini per tornei o per balli in costume, piatti in ceramica. Nel 1884, partecipò per l’ultima volta alla XLIII Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti di Torino. Nel 1890, per motivi di salute, dovette declinare la richiesta della duchessa Maria Letizia Bonaparte di eseguire un monumento equestre di grandi dimensioni dedicato al marito Amedeo duca d’Aosta, da poco scomparso. Ne realizzò tuttavia una scultura bronzea in piccole dimensioni: il bronzetto venne replicato in sette copie: una per Maria Letizia Bonaparte, una fu donata al re, una restò al Grimaldi, e le altre andarono ai figli del duca d’Aosta.

Lettera autografa del conte Stanislao Grimaldi del Poggetto inviata da Torino al politico Luigi Chiala il 6 Dicembre 1881

Tra il 1891 e il 1893 uscirono a Torino, in un’edizione privata di sole cento copie, i quattro volumi dei Ricordi di un ufficiale dell’antico esercito sardo. L’artista morì a Torino il 17 maggio 1903.
Per concludere, un grande artista per un grande monumento dedicato a un grande militare e uomo politico.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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