Un clima gozzaniano all’incontro con Pier Luigi Berbotto
TORINO. Pienone nella Sala della Musica del Circolo dei Lettori di Torino, nel tardo pomeriggio di lunedì 16, per una sorta di “operazione rilancio” di un libro risalente all’ormai lontano 2007, ma da considerarsi un “sempreverde” a pieno titolo Scende la sera nel giardino antico, di Pier Luigi Berbotto, il multiforme intellettuale di Bra (ma ormai torinese d’adozione) che ha scritto in prevalenza di musica e musicisti, tematica che però ha sempre saputo abbinare con situazioni giallo-noir e “del mistero “ (fa fede il suo romanzo più famoso, “Concerto rosso”) e con il ricordo di eccellenze letterarie, piemontesi e non, come Guido Gozzano. Infatti, com’è noto, la frase che dà il titolo a questo riuscitissimo intreccio narrativo tra realtà e fantasia, il cui fulcro è rappresentato proprio dal poeta torinese, scomparso a soli 33 anni nell’estate del 1916 a causa della tubercolosi, è tratta da uno dei versi iniziali di uno dei componimenti più elaborati e insieme più famosi da Lui scritti, “La Signorina Felicita ovvero La felicità”, ed è stato scelto da Berbotto non a caso, per ricordare come Gozzano sia stato e venga ancor oggi ricordato come il principale rappresentante della corrente del “Crepuscolarismo”, che interessò la poesia italiana proprio in quegli anni della “ Belle Epoque “ qui rivissuti, con una trama ambientata naturalmente in gran parte a Torino e dintorni, ma non senza richiami alla creativa Parigi del tempo e ai fermenti culturali che coinvolsero, tra gli altri, Igor Stravinskij, Sergej Diaghilev, Gabriele D’Annunzio.

