Ultim’ora: introdotto il coprifuoco dei ristoranti | Dopo quest’ora non mangi più: devi andartene a casetta

tavola-imbandita-ristorante-depositphotos-piemontetopnews.it

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Un episodio accaduto in Spagna sta accendendo un faro sulle condizioni di lavoro nella ristorazione e sul tanto abusato detto “il cliente ha sempre ragione”

Orari prolungati, ritmi frenetici e spesso una mancanza di rispetto per il tempo e la fatica del personale sono all’ordine del giorno“.

Il post, rimbalzato su “X” grazie alla piattaforma Soy Camarero gestita da Jesús Soriano, è diventato rapidamente virale. Centinaia di utenti hanno commentato, applaudendo non solo le parole, ma l’intenzione profonda:

quella di riscrivere un patto non scritto tra chi serve e chi viene servito. “Di proprietari così ce ne sono pochi“, ha commentato qualcuno, ed è facile capirne il perché.

L’episodio spagnolo che vi raccontiamo va ben oltre la singola vicenda. Accende i riflettori su un tema cruciale, sulle condizioni di lavoro nel mondo della ristorazione.

40 avventori a chiusura, la risposta è no!

Immaginate la scena: è l’ora di chiusura, 17:30. Il personale, stremato dopo ore di servizio, sta pulendo e sistemando il locale. Improvvisamente, fa irruzione un gruppo di circa quaranta persone. Nessuna prenotazione, solo la pretesa di essere serviti. Di fronte al cortese ma fermo rifiuto dello staff, la reazione di questi avventori è stata un crescendo di lamentele, voci alte e una totale mancanza di empatia.

Ci sono 45 persone che aspettano un drink e quando diciamo di no, alzano la voce, rivelando la loro arroganza e maleducazione” ha raccontato il proprietario, la cui pazienza ha evidentemente raggiunto il limite. Forse non ci sarà un vero e proprio “coprifuoco” sui ristoranti nel senso stretto del termine, ma è chiaro che si sta facendo strada la consapevolezza che il servizio ha un limite.

cameriera-stressata-depositphotos-piemontetopnews.it
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Ristorazione e dignità del lavoro

Il mondo della ristorazione è, nell’immaginario collettivo, un luogo di convivialità, di sapori nuovi, di brindisi e chiacchiere. Ma dietro la patina luminosa dei piatti curati e delle sale accoglienti si celano spesso ritmi disumani e dinamiche di potere silenziose. E, soprattutto, un esercito di lavoratori che, troppo spesso, devono accettare l’idea che “il cliente paga, quindi ha sempre ragione“.

La presa di posizione di questo ristoratore è un grido d’allarme e un invito a riflettere. È fondamentale riconoscere che anche chi lavora nella ristorazione ha diritto a orari di riposo, a una vita privata e, soprattutto, al rispetto. La reazione di questo proprietario ha dato il via a un cambiamento necessario: è tempo di ridare dignità a chi lavora dietro i fornelli e tra i tavoli.