Ultim’ora: i piemontesi piangono la scomparsa del cioccolato più buono di sempre | Addio al colosso piemunteis

Addio al cioccolato che ha fatto la storia - Piemontetopnews.it (Foto X)
Italia, e Piemonte in particolare, fanno rima con cioccolato, ma la doccia fredda è realtà: il più amato diventa un ricordo.
Una delizia per il palato, ma anche per gli occhi. Perché si sa che una cosa per piacere davvero, per emozionare davvero deve appagare in forme quasi uguali l’intero apparato sensoriale.
Il cioccolato risponde a questa caratteristica. Certo, eppure il re dei dolci, delle guarnizioni e delle torte piace al 100% delle persone, ma è un dato di fatto che coloro che non apprezzano neppure una delle tante varianti del cioccolato fanno parte di una minoranza.
Del resto a farci sentire meno in colpa, ad abbassare quel timore atavico che esagerare con i cioccolatini o con i quadratini di una stecca possa fare male non solo al corpo, ma anche alla mente, configurando addirittura il peccato capitale della gola, pensa da anni una schiera di nutrizionisti.
Consumare cioccolato con frequenza fa, farebbe bene, a tutto. Dal mal di testa all’umore, oltre che conferire un potere energetico in grado di far sopportare anche un’intera giornata di lavoro se la “pozione” viene assunta, in piccole dosi, già al mattino.
La crisi non risparmia nessuno: chiude la fabbrica del cuore di milioni di piemontesi
Non si trascuri il più che discreto contenuto di minerali quali fosforo, potassio e soprattutto magnesio, oltre al ferro, presente in abbondanza anche in piccole quantità di cioccolato. Insomma, ce n’è abbastanza per potersi regalare la propria dose quotidiana, badando a non esagerare.
Il cioccolato è un “bene” mondiale, ma l’Italia è una delle potenze del settore, almeno a livello europeo. Se infatti i primi posti della classifica mondiale sono occupati da paesi africani, nel Vecchio Continente dire cioccolato equivale a dire Italia e Svizzera. Eppure per noi il mese di giugno è coinciso con una pessima notizia.
Lo stabilimento storico non esiste più: 100 famiglie in mezzo alla strada da un giorno all’altro
Una delle compagnie dolciaria storiche con sede proprio in Svizzera e stabilimenti in Italia è stata costretta a dismettere uno dei propri siti. Stiamo parlando dello stabilimento Barry Callebaut di Intra, che ha chiuso definitivamente i battenti lo scorso 30 giugno. L’azienda, nata nel 1996 dalla fusione tra il produttore di cioccolato belga Callebaut e l’azienda dolciaria francese Cacao Barry, ha sede a Zurigo. Lo stabilimento era diventato un’istituzione nel panorama industriale e occupazionale del Verbano-Cusio-Ossola, ma la scelta è stata motivata con la “limitata redditività futura e la complessità logistica del sito”.
Le famiglie dei 105 dipendenti a tempo indeterminato, dei 30 con contratti a termine e tutto il resto dell’indotto sono inevitabilmente precipitate nello sconforto. Si tratta di un colpo durissimo per tutta la zona, che ha causato tensioni anche a livello politico. I sindacati hanno infatti denunciato delusione per la non disponibilità dell’azienda a vendere a un competitor. Una contraddizione rispetto ad un quadro di salute generale, certificato dal record di volumi produttivi del 2024 con circa 67.000 tonnellate. Verbania ha perso un pezzo della sua identità produttiva. Più semplicemente, un pezzo della propria storia.