Ufficiale: l’Italia piazza la “tassa sul cibo” | 750€ all’anno da pagare sull’unghia: una vera strage economica

Italiani a tavola (freepik) - piemontetopnews.it
Ogni cittadino dovrà sborsare 750 euro l’anno solo per mangiare: l’Italia vara la tassa che fa tremare i portafogli.
Arriva la tassa sul cibo e le abitudini dei cittadini italiani ormai sono totalmente stravolte. Come se non bastassero già le spese, ci si prepara a una vera strage economica.
Si tratta di qualcosa che non ha precedenti e che colpisce famiglie e pensionati già sotto pressione. L’impatto sui bilanci domestici è devastante.
Una cifra che rischia di far lievitare ulteriormente il costo della vita quotidiana. Sembra impossibile ma è stato raggiunto ormai un picco inevitabile.
Conseguenze economiche
Pagare così tanto solo per mangiare spinge a cambiare drasticamente il proprio stile di vita, il che significa dire addio ai comfort e ad altre spese extra. D’altra parte la riduzione dei consumi potrebbe portare a chiusure di attività e perdita di posti di lavoro.
Per molti cittadini l’idea di pagare così tanto solo per nutrirsi sembra un passo verso un’Italia sempre più cara e meno sostenibile, dove il piacere diventa un salasso, soprattutto per chi non può permettersi di superare una certa soglia di spesa. In attesa dei dettagli attuativi, la parola d’ordine per gli italiani sembra essere: tagliare sprechi…e forse anche qualche sfizio alimentare.
Cibo a prezzi record
L’estate 2025 ha segnato un nuovo capitolo per il turismo italiano, con una spesa complessiva di 24,6 miliardi di euro, coinvolgendo circa 38 milioni di italiani. La spesa media a persona si è attestata a 648 euro, con una distribuzione variabile: il 33% ha speso meno di 500 euro, il 47% tra 500 e 1.000 euro, il 17% tra 1.000 e 2.000 euro, e solo il 3% ha superato questa soglia. Una tendenza significativa emersa nel 2025 è il predominio della spesa per il cibo rispetto agli alloggi. Un terzo del budget delle vacanze è stato destinato a ristorazione, street food, enoteche e prodotti tipici, superando per la prima volta i costi per il pernottamento. Questi dati mettono in evidenza la centralità del “food tourism” nell’esperienza turistica italiana, il che costituisce quasi una vera e propria tassa sul cibo per chi va in vacanza.
La durata media delle vacanze si è ridotta a 9,7 giorni, segnando un calo rispetto ai 10,7 giorni di dieci anni fa. Questo riflette una maggiore flessibilità e la preferenza per viaggi più brevi e frequenti, con oltre un terzo degli italiani che ha organizzato più di un viaggio durante l’estate. Il 2025 ha visto una netta crescita del turismo esperienziale. Quasi quattro italiani su dieci (39%) hanno partecipato ad attività come degustazioni, visite guidate a cantine, frantoi, caseifici o birrifici, e corsi di cucina. Gli agriturismi hanno svolto un ruolo centrale in questo trend, con oltre 26.000 strutture attive sul territorio nazionale.