Scatta la scadenza dei 120 giorni, Assegno di inclusione bloccato: zero bonifici | La data che nessuno segna sul calendario

Scadenza (web) - Piemontetopnews.it

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Ricevere un sostegno economico dallo Stato è un sollievo, ma spesso comporta oneri e scadenze inderogabili come in questo caso.

C’è una data critica, stabilita da poco, che molti beneficiari dell’assegno di inclusione non hanno ancora segnato in rosso.

Ignorarla significa, letteralmente, veder sparire la prossima ricarica mensile.

Non si tratta di moduli da compilare o di un’autocertificazione: l’obbligo è più personale e vincolante.

L’INPS è stata chiarissima e chi non rispetta questa chiamata rischia lo stop immediato del bonifico. Ecco perché questo appuntamento non può in alcun modo essere saltato.

Un obbligo improrogabile

Il rinnovo dell’Assegno di Inclusione (ADI) per l’ulteriore periodo di 12 mesi introduce un obbligo categorico che le famiglie beneficiarie non possono disattendere. Dopo i primi 18 mesi di fruizione, i nuclei che ottengono la proroga devono presentarsi ai servizi sociali entro 120 giorni. Questo termine scatta dalla firma del nuovo Patto di Attivazione Digitale (PAD) o, per le famiglie la cui composizione non è cambiata, dalla data in cui è stata presentata la domanda di rinnovo.

L’INPS, con il Messaggio n. 3048 del 14 ottobre 2025, ha voluto chiarire che l’incontro con gli operatori è obbligatorio per tutti, indipendentemente dal fatto che si debba sottoscrivere un nuovo PAD. L’appuntamento serve per verificare l’andamento del percorso di inclusione avviato nella prima fase. L’obiettivo è duplice, vale a dire confermare o aggiornare gli impegni presi garantendo continuità alle attività formative o lavorative, e mantenere un sistema equilibrato tra assistenza economica e inclusione attiva.

Taglio sussidio INPS (web) - Piemontetopnews.it
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Quello che rischi

La posta in gioco per la mancata osservanza di questa scadenza è altissima. L’incontro con i servizi sociali non è una semplice formalità, ma un requisito fondamentale per la continuità della misura. Chi non rispetta questo obbligo rischia la sospensione immediata del beneficio. La logica dietro questa regola è che l’ADI non deve trasformarsi in un sostegno passivo, ma richiede la partecipazione attiva delle famiglie al progetto personalizzato. Dopo il primo, cruciale appuntamento entro i 120 giorni, il monitoraggio prosegue con verifiche periodiche ogni 90 giorni, come stabilito dal regolamento attuativo dell’ADI.

Questi incontri successivi servono a valutare i progressi raggiunti e a ridefinire gli obiettivi nei Patti di inclusione sociale e lavorativa. In ogni fase, la mancata partecipazione ingiustificata viene segnalata e può portare l’INPS a sospendere o revocare il sussidio, a seconda della gravità dell’inadempienza. Per agevolare la transizione tra il primo e il secondo periodo, è stato previsto un contributo straordinario fino a 500 euro, erogato insieme alla prima mensilità del nuovo ciclo, per compensare il mese di sospensione dei pagamenti.