“Prego, favorisca l’orientamento sessuale” | Da oggi lo devi ammettere senza mentire: finisci in galera e multato
transgender-identita-di-genere-depositphotos-piemontetopnews.it
Un caso che ridefinisce il consenso: il silenzio sull’identità di genere diventa frode sessuale. La condanna di una donna trans scuote l’UK
Un caso giudiziario nel Regno Unito ha sollevato interrogativi cruciali sulla natura del consenso sessuale e sulle dinamiche delle relazioni contemporanee.
Ciara Watkin, una donna transgender di 21 anni, è stata condannata per violenza sessuale nei confronti del suo partner, a cui aveva nascosto la sua identità di genere.
La sentenza ha riaperto un dibattito delicato e complesso, che tocca temi come l’inganno, la trasparenza e il diritto di ciascuno di decidere con chi avere rapporti intimi.
Secondo quanto riportato dal Crown Prosecution Service (il principale ente pubblico per il perseguimento dei crimini in Inghilterra e Galles), Watkin aveva incontrato il suo partner tramite Snapchat e, nel corso della loro frequentazione, aveva taciuto il fatto di essere transgender.
I dettagli del caso
La tesi dell’accusa si fonda sul fatto che il consenso della vittima non potesse essere considerato valido, dal momento che era basato su un presupposto errato e indotto dall’inganno. Il procuratore capo Sarah Nelson ha sottolineato che la vittima, se avesse saputo che Watkin era transgender, non avrebbe mai acconsentito all’attività sessuale.
Questo inganno ha avuto un impatto significativo sul suo benessere mentale. Per evitare di essere scoperta, avrebbe persino inventato una scusa, dicendo di avere il ciclo mestruale per non farsi toccare sotto la vita. Dopo che la coppia ha avuto rapporti sessuali, Watkin ha interrotto ogni contatto, per poi rivelare la sua identità di genere in un successivo scambio di messaggi.
Un precedente legale e sociale
Questo caso non riguarda solo una vicenda di cronaca, ma solleva questioni di costume e di diritto di vasta portata. L’esito del processo suggerisce che la mancata rivelazione dell’identità di genere può essere considerata una forma di frode che, di fatto, invalida il consenso. Non si tratta quindi di una questione di orientamento sessuale, ma di trasparenza e onestà, elementi fondamentali su cui si basa il consenso libero e informato.
Gli avvocati di Watkin hanno sostenuto che l’uomo avrebbe dovuto “ragionevolmente” accorgersi che la loro cliente non era biologicamente una donna. Tuttavia, la giuria ha respinto questa argomentazione, dando priorità al principio che il consenso deve essere basato su informazioni complete e veritiere. Mentre si attende la sentenza definitiva, prevista per il 10 ottobre, il caso di Ciara Watkin rimane un punto di riferimento importante e pone l’identità di genere di nuovo al centro del dibattito sociale.