Piemonte sparito definitivamente, adesso il territorio è del Lazio | Cambia tutto nella nostra Italia
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Questa notizia scuote le fondamenta del sistema previdenziale italiano, creando scenari inattesi per milioni di cittadini.
Quella che sembrava una certezza inattaccabile si sgretola di fronte a una legislazione più severa e a requisiti che si fanno sempre più stringenti.
La misura incriminata è da sempre vista come un piccolo ma fondamentale aiuto economico a fine anno, un respiro di sollievo che molti davano per scontato.
Adesso, però, per un numero crescente di pensionati e di chi si avvicina alla quiescenza, quella tradizione è destinata a svanire.
Dietro il sipario delle riforme si nascondono categorie di persone che, da oggi, dovranno ricalibrare il proprio bilancio.
Che fine ha fatto il Piemonte?
La tredicesima mensilità è storicamente un pilastro per i pensionati, un rateo che viene erogato con l’assegno di fine anno, il cui importo è in genere pari alla rata mensile percepita, a condizione che la pensione sia ricevuta da almeno un anno intero. Il calcolo è semplice: si moltiplica la cifra lorda mensile per i mesi di pensionamento effettivo nell’anno e si divide per 12. Questa misura spetta a diverse categorie di prestazioni, sia di natura previdenziale (legate ai contributi) che assistenziale (versate dallo Stato a prescindere dai contributi). Godono della tredicesima i titolari di pensione di vecchiaia o anticipata, e anche alcune misure assistenziali come la pensione di inabilità agli invalidi civili o l’assegno sociale.
Nonostante la sua ampia applicabilità, per alcune prestazioni la tredicesima non è prevista. L’esclusione colpisce, ad esempio, gli invalidi che percepiscono l’indennità di accompagnamento e coloro che ricevono l’indennità di frequenza. Ma il caso che sta generando maggiore scalpore riguarda i percettori dell’APE sociale. L’APE sociale, pur essendo stata prorogata anche nel 2024, ha visto un inasprimento dei requisiti anagrafici, richiedendo ora 63 anni e 5 mesi per l’accesso. Questa misura, concepita come uno scivolo pensionistico verso i 67 anni, per sua natura non contempla l’erogazione della mensilità aggiuntiva e per questo i percettori non ne hanno diritto.

Tutti gli svantaggi
L’esclusione dalla tredicesima non è l’unico svantaggio legato all’APE sociale. La prestazione, destinata a specifiche categorie di lavoratori come disoccupati, invalidi civili (almeno 74%), lavoratori gravosi e caregiver che assistono un parente a carico, presenta diverse limitazioni. L’erogazione è soggetta a un tetto massimo di 1.500 euro al mese, non prevede adeguamenti al tasso di interesse, né maggiorazioni o assegni familiari. Un altro aspetto cruciale è che l’APE sociale non è una misura reversibile ai superstiti: in caso di morte del titolare, i familiari non potranno beneficiare della reversibilità.
Inoltre, non è cumulabile con redditi da lavoro, a eccezione del lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui. Queste restrizioni impongono una verifica molto attenta prima di optare per questa particolare prestazione. Queste restrizioni impongono una verifica molto attenta prima di optare per questa particolare prestazione, che di fatto riduce il potere d’acquisto dei pensionati e rende l’idea di un Piemonte economicamente “sparito” una metafora tristemente vicina alla realtà per migliaia di famiglie.
