PENSIONE DI REVERSIBILITÀ, dal 1° importo ridotto del 50% per queste categorie | Ti lasciano senza una lira

La pensione di reversibilità cambia pelle - Piemontetopnews.it (Foto Pexels)
Il contributo di assistenza ai familiari superstiti di un defunto cambia pelle: tutto sulla raffica di tagli.
Ha superato abbondantemente gli 80 anni di vita ed è tuttora un caposaldo dell’impianto previdenziale italiano. Anche se qualche intervento di maquillage qui e là è stato necessario giusto per mascherare i segni del tempo…
Stiamo parlando della pensione di reversibilità, la prestazione a favore dei familiari superstiti di un pensionato che consiste nell’erogazione di una parte della pensione del defunto.
Nata per aiutare le donne che non avessero una pensione propria e che, alla morte del coniuge, restavano quindi prive di un reddito minimo, la reversibilità è più vecchia della Repubblica, essendo stata introdotta col regio decreto legge del 14 aprile 1939.
Con il passare del tempo, come detto, è stata sottoposta a varie modifiche e aggiornamenti, volte a sostenere il coniuge che resta in vita come gli eredi del defunto.
Pensione di reversibilità, da cosa dipendono le decurtazioni
Il costo della vita continua ad aumentare in maniera esponenziale al pari degli affitti per giovani studenti o lavoratori, a differenza degli stipendi, che non si modificano verso l’alto se non in maniera quasi inapprezzabile. Per molti senza la reversibilità la vita sarebbe davvero difficile.
Detto questo il calcolo dell’importo della pensione non è di facile realizzazione. Le modalità dipendono dal grado di parentela e dalla composizione del nucleo familiare, ma non tutti sanno che sono previste decurtazioni in relazione al reddito percepito dal superstite. Già, perché se il concetto di base è quello di una forma di assistenza, la cifra viene ridotta in proporzione a chi ha meno bisogno.
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La pensione di reversibilità è un diritto del coniuge, anche se separato o divorziato, dell’unito in forma civile, dei figli, dei nipoti, dei genitori, e in alcuni casi di fratelli o sorelle. Le aliquote prevedono il 60% per il coniuge senza figli, l’80% per il coniuge con un figlio e il 100% per il coniuge con due o più figli. A determinare gli eventuali tagli sono precise soglie di reddito e possono ridurre in modo significativo l’importo percepito dall’avente diritto.
Le regole per la decurtazione sono stabilite dalla Legge n. 636/1939 e dalla Legge n. 355/1995 e possono arrivare anche a dimezzare la quota prevista. È infatti previsto il 50% di riduzione se il reddito del superstite è superiore a cinque volte il trattamento minimo e il 40% se è compreso tra tre e cinque volte il trattamento minimo. Qualora venga accreditato un importo superiore a quello spettante sono previste sanzioni, per evitare le quali è fondamentale tenere sotto controllo il proprio reddito complessivo.