ORA LEGALE a poche ore dal cambio viene cancellata | L’Europa ora ha deciso
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Una mossa a sorpresa, un colpo di scena che ribalta l’abitudine di milioni di cittadini proprio a poche ore dall’evento.
Stiamo parlando del cambio dell’ora, l’appuntamento semestrale che da decenni divide l’opinione pubblica tra sostenitori del risparmio energetico e chi lamenta i disturbi del sonno.
L’Unione Europea, dopo anni di dibattiti sembrava aver trovato la quadra per porre fine a questo rituale.
Ora, una decisione definitiva sta per arrivare, un verdetto che potrebbe lasciare le cose come stanno, o rivoluzionare i nostri ritmi.
L’attesa è febbrile: il destino delle nostre lancette è appeso a un filo.
Cambia tutto
Nonostante le voci di una cancellazione in extremis, la realtà è che l’imminente cambio d’ora si terrà come da tradizione. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, alle ore 3:00, le lancette dovranno essere spostate indietro di un’ora, segnando l’ingresso nell’Ora Solare. Questo significa che si dormirà un’ora in più, ma le serate diventeranno più buie prima. L’Ora Solare resterà in vigore fino all’ultimo weekend di marzo del prossimo anno. Il calendario dei prossimi cambi è già fissato, a meno di interventi normativi europei: si dovrà spostare nuovamente le lancette un’ora avanti, tornando all’Ora Legale, nella notte tra il 28 e il 29 marzo 2026. Il successivo ritorno all’Ora Solare è previsto per la notte tra il sabato e la domenica, 25 ottobre 2026, sempre alle 3:00 del mattino. L’abitudine di spostare gli orologi due volte l’anno, quindi, rimane in vigore.
Nonostante l’imminente cambio d’ora, la questione di una sua abolizione definitiva continua a tenere banco in Europa. Dopo una consultazione pubblica nel 2018, in cui la stragrande maggioranza dei cittadini si era espressa per la fine del doppio orario, il Parlamento Europeo aveva votato a favore dello stop, prevedendo la fine del cambio d’ora per il 2021. Tuttavia, la decisione finale è rimasta bloccata in sede di Consiglio dell’Unione Europea. La mancanza di un accordo politico unanime tra gli Stati membri è l’ostacolo principale. I Paesi del Sud, come l’Italia e la Spagna, tendono a preferire l’Ora Legale permanente per un maggior sfruttamento della luce solare serale, mentre quelli del Nord propendono per l’Ora Solare (l’orario “standard”) per ragioni legate ai ritmi biologici. Proprio questo stallo e la mancanza di progressi dal 2019 hanno spinto la Commissione Europea a valutare persino il ritiro della proposta di abolizione.

Il destino delle lancette
In sostanza, l’Europa non ha cancellato l’Ora Legale: ha cancellato, o meglio congelato, l’iter per l’abolizione del cambio d’ora. Sebbene la proposta sia ancora “sul tavolo” della Commissione, il dossier è fermo da anni, e l’assenza di un consenso comune rischia di lasciare lo status quo in vigore ancora a lungo.
Il rischio maggiore, temuto da Bruxelles, è che l’abolizione non coordinata porti a un “mosaico” di fusi orari diversi tra Paesi confinanti, creando caos per trasporti e commercio nel mercato unico. Fino a quando gli Stati non si accorderanno su quale ora mantenere – Legale o Solare – come orario fisso, i cittadini europei dovranno continuare a spostare le lancette due volte all’anno.
