“Non se ne vende nemmeno una”, chiude il colosso automobilistico | 77mila i dipendenti che rimarranno a casa
Chiude il colosso automobilistico (web) - Piemontetopnews.it
Un gigante dell’automobile è in ginocchio, travolto da una crisi di vendite che non accenna a placarsi in nessun modo.
L’annuncio è arrivato come una doccia fredda, lasciando senza fiato migliaia di lavoratori in tutta Europa.
Le linee di produzione si fermano, ma stavolta il segnale è più di una semplice pausa estiva.
Dietro la motivazione ufficiale si nasconde un dramma industriale di proporzioni colossali, con stabilimenti storici che rischiano di chiudere per sempre.
Una catena di eventi che costringe a chiedersi: è l’inizio della fine per il colosso automobilistico?
Crisi senza precedenti
Il calo delle vendite sta costringendo il grande gruppo automobilistico Stellantis a una drastica riduzione della produzione, con la conseguente chiusura temporanea di numerosi stabilimenti in Europa. La notizia non riguarda più solo l’Italia, ma si estende a diversi Paesi europei, segnando una preoccupante novità. L’allarme è risuonato forte in Francia, dove lo stabilimento di Poissy è destinato a chiudere per 15 giorni a ottobre. La chiusura, prevista dal 13 al 31 ottobre, è stata definita “senza precedenti” dai sindacati locali. L’azienda ha giustificato la richiesta di cassa integrazione con il netto calo delle vendite dell’Opel Mokka. Tuttavia, secondo le fonti sindacali, questa mossa potrebbe essere il preludio di una chiusura definitiva, non essendo previsto l’arrivo di nuovi modelli dopo il 2028.
Nello stabilimento di Poissy lavorano circa duemila dipendenti, che producono quotidianamente 420 veicoli tra Citroën DS3 e Opel Mokka. La crisi, però, non si ferma ai confini francesi. Secondo il quotidiano Les Echos, il piano di fermo produttivo coinvolge altri quattro stabilimenti cruciali in Europa, con chiusure che oscillano tra i cinque e i quattordici giorni: Eisenach in Germania, Saragozza e Madrid in Spagna, e Tichy in Polonia. Il quadro è chiaro: Stellantis, pur essendo stato leader di mercato, ha perso quote significative a causa di investimenti non mirati e di un rinnovamento solo marginale dei vecchi modelli, preferendo frenare la produzione per evitare di trovarsi con troppe auto invendute.
Pomigliano in ginocchio
La crisi ha colpito duramente anche l’Italia e lo si evince a Pomigliano, in provincia di Napoli, dove la produzione si fermerà: la Panda per una settimana e l’Alfa Romeo Tonale e la Dodge Hornet per due, a partire dal 29 settembre. Anche in questo caso, la motivazione ufficiale è riequilibrare la produzione alla bassa domanda di mercato. Secondo le rappresentanze sindacali, a Pomigliano si stanno raggiungendo livelli di Cassa integrazione che non si vedevano da oltre un decennio.
Questa situazione ha conseguenze devastanti anche per l’indotto, ovvero le aziende fornitrici di componenti. In altri stabilimenti chiave come Mirafiori e Termoli, Stellantis ha attivato i contratti di solidarietà fino a gennaio, un accordo che riduce l’orario di lavoro per evitare i licenziamenti, ma che è ormai diventato una misura “perenne” per affrontare una crisi che si trascina da anni.