“Non ci contate”, adesso è ufficiale: quest’anno niente tredicesima | Un Natale povero per tutti

"Non ci contate", adesso è ufficiale: quest'anno niente tredicesima

Lavoratore che piange per Natale (Freepik) - piemontetopnews.it

Milioni di italiani senza la gratifica di fine anno: niente tredicesima, si avrà un Natale più povero e senza speranza.

La tredicesima quest’anno non arriverà. Per milioni di lavoratori dipendenti e pensionati italiani, il Natale 2025 si annuncia come uno dei più difficili degli ultimi decenni.

Secondo quanto trapela da ambienti governativi, la decisione sarebbe legata a una manovra, e così le tredicesime non verranno erogate.

Si tratta di una misura necessaria, che forse non tiene in conto e non comprende troppo le difficoltà delle famiglie, ma l’alternativa non c’è.

Un colpo basso al potere d’acquisto, oltre che una vera pugnalata al cuore per il Natale italiano, periodo preferito da tutti gli italiani per spendere di più.

Niente regali natalizi

Secondo le stime, l’assenza della tredicesima potrebbe cancellare fino a 8 miliardi di euro di consumi, con effetti devastanti per il commercio al dettaglio, già provato da mesi di stagnazione.Niente tredicesima significa niente regali, niente vacanze, niente ripresa. È una misura che penalizza tutti.

I primi segnali si vedono già nei supermercati: calo di prenotazioni per i cesti natalizi, meno acquisti di prodotti tipici e un’impennata delle ricerche online per “regali economici” e “fai da te”. Molti italiani parlano apertamente di un “Natale povero”, fatto di cene più modeste e regali simbolici.

"Non ci contate", adesso è ufficiale: quest'anno niente tredicesima
Soldi regali (freepik) – piemontetopnews.it

Un Natale sobrio, forse troppo

La tredicesima mensilità, che viene solitamente erogata a dicembre, un elemento ormai consolidato per chi percepisce una pensione “ordinaria”. Ma non tutti i pensionati ne beneficiano: in realtà, il diritto alla tredicesima dipende strettamente dal tipo di trattamento che si percepisce e dalla normativa che lo disciplina. Per chi ha diritto, come chi accede alla pensione di vecchiaia o chi ha raggiunto i requisiti per la pensione anticipata nelle sue versioni ordinarie, la tredicesima è un’appendice dovuta, un riconoscimento che integra l’assegno pensionistico in occasione del mese natalizio. Allo stesso modo, alcune prestazioni assimilate possono essere corrisposte su tredici mensilità, come previsto nelle leggi che le regolano. Ma non è così per tutti. Ci sono situazioni in cui la normativa esclude espressamente il diritto alla tredicesima. Le indennità di accompagnamento o di frequenza, destinate agli invalidi civili, sono prestazioni assistenziali e non pensionistiche, e quindi non contemplano la mensilità aggiuntiva. Ma uno dei casi più dibattuti riguarda l’APE sociale: chi ne beneficia riceve ciascuna mensilità per dodici volte l’anno, ma non la tredicesima.

L’APE sociale non è una pensione vera e propria, bensì un’indennità «ponte» erogata fino al raggiungimento dell’età di vecchiaia (o di un trattamento pensionistico diretto anticipato) per determinate categorie di lavoratori in condizioni di difficoltà. L’INPS stabilisce che l’APE sociale viene corrisposto su dodici mensilità e che non spettano né tredicesima né altri benefici tipici delle pensioni ordinarie, come la rivalutazione automatica o la reversibilità ai superstiti in caso di decesso del beneficiario. La legge non include tra i diritti collegati all’APE sociale la tredicesima, proprio perché tale indennità non è concepita come un trattamento pensionistico definitivo. L’importo mensile dell’APE sociale non può superare 1.500 euro e non è soggetto a rivalutazioni legate all’inflazione, né è integrato al trattamento minimo previsto per le pensioni ordinarie In più, durante il periodo in cui si percepisce l’APE sociale non si accumulano contributi figurativi e non è ammessa la reversibilità: alla morte del percettore, i familiari non acquisiscono alcun diritto legato a quel trattamento. Negli anni più recenti, le restrizioni si sono intensificate: dal 2024 l’APE sociale non è cumulabile con redditi derivanti da lavoro dipendente o autonomo, salvo una deroga per prestazioni occasionali entro 5.000 euro annui, e non dà luogo ad assegni familiari.