NASPI, concessa anche a chi lavora, se in possesso del requisito | Devi solo compilare il modulo

ispettore-del-lavoro-depositphotos-piemontetopnews.it_.jpg 29 Agosto 2025

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L’indennità di disoccupazione, la NASPI, è universalmente nota come l’ancora di salvezza per chi perde il lavoro involontariamente.

Molti ritengono che l’ottenimento di un nuovo impiego, anche se parziale, comporti automaticamente la perdita totale di questo sussidio.

Eppure, in un panorama lavorativo sempre più precario, esiste un’opportunità che molti non conoscono affatto.

È possibile, infatti, continuare a percepire una parte della NASPI anche dopo aver ricominciato a lavorare.

Attenzione però: non rispettare un requisito fondamentale può trasformare il sussidio in un incubo con un taglio retroattivo del 50%.

L’ancora di salvezza inattesa

In un periodo di forte incertezza economica, perdere il lavoro è un evento sempre più frequente, che colpisce dai cuochi e camerieri per la chiusura di attività, fino agli impiegati d’ufficio minacciati dall’avanzare dell’Intelligenza Artificiale. Per tutti costoro, la NASPI rappresenta una piccola, ma fondamentale, “stampella provvisoria” in attesa di una nuova occupazione stabile. Ciò che in molti ignorano è che l’indennità di disoccupazione non viene automaticamente revocata nel momento in cui si trova un nuovo impiego, a patto che questo sia a tempo parziale e rispetti determinati requisiti di reddito. L’INPS consente infatti di integrare lo stipendio part-time con una quota della NASPI.

Qui si nasconde l’insidia più pericolosa: chi trova un lavoro part-time e non lo comunica tempestivamente all’INPS subirà una decurtazione mensile della NASPI pari al 50%. La sanzione, inoltre, ha valore retroattivo, il che significa che l’ente previdenziale richiederà la restituzione di tutti gli arretrati percepiti indebitamente. Molti lavoratori incorrono in questa situazione drammatica semplicemente per non sapere di dover effettuare la comunicazione. Questa omissione, anche se in buona fede, è considerata una violazione che l’INPS non perdona. Pertanto, la regola d’oro è l’immediatezza: appena si inizia una nuova attività lavorativa, scatta l’obbligo di comunicare il nuovo reddito per evitare di perdere il sussidio e dovere poi restituire le somme.

Lavoro - fonte_Canva - piemontetopnews.it
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Basta questo modulo

Per continuare a beneficiare della quota parziale di NASPI e scongiurare la pesante decurtazione, il lavoratore ha l’obbligo di comunicare la notizia all’INPS entro 30 giorni dall’inizio della nuova attività lavorativa a tempo parziale. La comunicazione deve contenere l’indicazione della nuova situazione reddituale prevista. L’operazione può essere effettuata accedendo direttamente al portale MyINPS tramite le credenziali SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). In alternativa, è sempre possibile avvalersi dell’assistenza di un CAF o di un patronato. L’invio tempestivo del documento è l’unica via per far ricalcolare l’indennità e continuare a percepire la quota spettante.

Se il soggetto invia il documento di comunicazione entro il termine stabilito dei 30 giorni, potrà continuare a beneficiare di una quota di NASPI ricalcolata in base al nuovo reddito da lavoro dipendente parziale o autonomo. Il principio è quello di permettere al lavoratore di integrare un reddito ancora basso. In sostanza, una parte dell’indennità sarà mantenuta fino a esaurimento del periodo totale di spettanza, offrendo così una “stampella” finanziaria mentre il lavoratore si stabilizza nel nuovo impiego.