Meloni lancia il primo “Bonus Trappola”: un sacco di soldi per te ma devi fare una cosa per lei | È faticosissima

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Il governo Meloni ha introdotto un iniziativa che sta generando ampie discussioni: un “bonus trappola” per i lavoratori prossimi alla pensione

L’idea allettante del governo Meloni riguarda un nuovo incentivo economico esentasse per chi, pur avendo già maturato i requisiti per la pensione entro il 31 dicembre, decide di posticipare la propria uscita dal mondo del lavoro.

Bene, si penserà, ma, come spesso accade, c’è un “ma” significativo. Da un lato, il bonus offre vantaggi indubbi. Continuare a lavorare significa continuare a versare contributi, potenzialmente incrementando l’assegno pensionistico finale. Aiuta a non disperdere il know-how e l’esperienza di lavoratori qualificati.

Dall’altro, non mancano i punti critici. Il tempo libero e il riposo, spesso attesi con ansia, vengono posticipati. Per molti, soprattutto in professioni logoranti, prolungare l’attività lavorativa può essere fisicamente e mentalmente estenuante.

Preoccupano anche le disparità. Il bonus potrebbe essere più attraente per chi ha un reddito più basso e necessita dell’incentivo, ma meno per chi può permettersi di andare in pensione senza ulteriori sforzi.

Il meccanismo del Bonus Pensione

Il fulcro del bonus è la sua natura tax free. Questo significa che l’incentivo, erogato direttamente in busta paga, non sarà soggetto a tassazione, rendendolo particolarmente vantaggioso dal punto di vista economico per il lavoratore. L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato, alleggerire la pressione sul sistema pensionistico nel breve termine, e dall’altro, incentivare la permanenza di competenze ed esperienza nel mercato del lavoro.

In pratica, un lavoratore che ha raggiunto i requisiti anagrafici e contributivi per andare in pensione entro la fine dell’anno, ma sceglie di continuare a lavorare, riceverà un importo aggiuntivo nella propria retribuzione. Questo importo rappresenta una sorta di “anticipo” o “bonus” sulla pensione che sarebbe stata percepita, ma che viene convertito in un guadagno immediato.

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La “faticosissima” condizione: posticipare l’uscita

Ed eccoci al punto cruciale che ha meritato l’appellativo di “trappola” o “faticosissima”: per accedere a questo beneficio, il lavoratore deve effettivamente posticipare la propria uscita dal lavoro. Non si tratta di un bonus per chi semplicemente potrebbe andare in pensione, ma per chi, avendone la possibilità, sceglie di non farlo.

Questa condizione implica che l’individuo dovrà continuare a svolgere le proprie mansioni, con i ritmi e le responsabilità che ne derivano, per un periodo indefinito o concordato, anziché godere del meritato riposo pensionistico. Per molti, soprattutto dopo anni di attività, l’idea di prolungare la carriera lavorativa può risultare gravosa, rendendo l’incentivo, pur economicamente vantaggioso, una scelta che richiede un notevole sforzo personale e fisico.