Mattarella in Valle Mosso per l’anniversario dell’alluvione del ’68 che provocò 58 vittime
BIELLA. Era il 2 novembre del 1968 quando colate di acqua, fango e detriti sommersero il Biellese, distruggendo case, strade, ponti, 130 aziende tessili, il vanto e il motore economico di quella provincia. I Comuni di Valle Mosso, Veglio, Strona e Mosso Santa Maria furono il cuore di quel disastro causato da piogge torrenziali e dal cedimento delle dighe che le stesse frane avevano creato a monte e che il nubifragio aveva riempito. Ma tanti altri Comuni ebbero ferite gravissime e il numero complessivo delle vittime fu addirittura di 58, molte sorprese nel sonno. Oltre cento furono i feriti, intere famiglie distrutte, 34 mila abitanti coinvolti, danni immensi nelle aziende spazzate da acqua, fango e pietre. Tredicimila posti di lavoro persi, nelle industrie tessili, nelle aziende artigiane, nelle attività commerciali, 30 miliardi di lire di danni, una cifra enorme per l’epoca, in un’area così piccola. Il Biellese orientale rimase isolato, i primi cingolati riuscirono a raggiungere Valle Mosso solo cinque giorni dopo. E il Piemonte contò altre 14 vittime, tra il Verbano, il Vercellese e il resto del Biellese.
In occasione del cinquantenario di quella immane tragedia il Presidente della Repubblica Sergio 
La terza tappa prevede una visita alla mostra fotografica alla “Romanina”, nel vicino paese di Veglio, che documenta i giorni del disastro, quindi Mattarella presenzierà all’esercitazione della Protezione civile al rio Poala, sotto il viadotto della Pistolesa, sempre a Veglio, dove la piena il 2 novembre 1968 spazzò via un’intera fabbrica.
