Italia definitivamente cancellata, i suoi abitanti sono condannati all’infelicità | È il nostro il Paese peggiore di tutti
L'Italia condannata all'infelicità (Foto di Sung Rae Kim da Pixabay) - piemontetopnews.it
Il nostro Paese è il peggiore di tutti: condannati all’infelicità, ecco perché l’Italia è stata dimenticata.
Abbiamo il Colosseo e la carbonara. Abbiamo la moda di Milano, le gondole di Venezia, i templi di Agrigento e la pizza che ha fatto più tour mondiali dei Rolling Stones. Il mondo intero ci invidia sempre qualcosa: il mare, i borghi, le scarpe fatte a mano, il caffè da bere in piedi.
Cammini tra i marmi romani, ti siedi a mangiare sotto un pergolato in Toscana, prendi un aperitivo a Napoli con vista su un vulcano. Ogni angolo ha una cartolina pronta. Ogni piatto ha una storia. Ogni giornata ha almeno un momento che Instagram può solo sognarsi.
L’Italia è la patria della bellezza distratta. Quella che non si sforza di apparire perfetta, ma lo è comunque. Nonostante le buche, i ritardi, le discussioni al bar sul fuorigioco del ’98.
Eppure, c’è chi dice che non solo non siamo i migliori, ma che siamo messi peggio di tutti. Che siamo i più infelici.
I più scontenti. I condannati dell’umore. Ma com’è possibile?
Siamo il Paese peggiore
Tutta colpa – o merito – di un sondaggio firmato Time Out, rivista inglese che ha intervistato 18.000 persone nel mondo per capire quanto siano felici nei luoghi in cui vivono. Domande semplici ma dirette: “La tua città ti rende felice?”, “Trovi gioia nella vita di tutti i giorni?”, “Ti senti sereno qui?”.
Risultato? Da rimanere di stucco. Secondo viaggi.corriere.it che riporta la notizia, Abu Dhabi ha stracciato tutti: il 99% dei residenti ha risposto con entusiasmo. Tra parchi acquatici da record, hotel a sette stelle e tramonti dorati sulla Corniche, l’emirato sembra progettato apposta per rendere felici. E se lo stile di vita patinato che qualcuno ostenta sui social potrebbe anche dare un senso a questo risultato gli altri sono a dir poco incredibili.

Ma davvero l’Italia non rende felici?
Subito dopo infatti troviamo Medellín, che ha ribaltato la sua immagine mondiale puntando su comunità, cultura e spazi pubblici vivi. Poi Città del Capo, Città del Messico, Mumbai. E l’Italia? Nessuna traccia. Neanche un trafiletto. Cancellata, apparentemente, dal mappamondo della felicità. Forse siamo solo meno entusiasti nei sondaggi. Forse ci piace lamentarci anche quando abbiamo tutto. O forse la felicità, da noi, non ha bisogno di essere dichiarata: si mangia, si annusa, si ascolta nelle chiacchiere in dialetto tra i tavolini di un bar.
La verità? L’Italia è un Paese che non vive per apparire felice. Ci basta esserlo, a modo nostro. Magari un po’ storti, magari arrabbiati col traffico, ma con un piatto caldo, un tramonto in collina, una canzone alla radio. E la consapevolezza che, in fondo, il paradiso è già qui.
