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Il racconto di un superstite torinese a un mese dal crollo del ponte: una scena apocalittica

TORINO. «Mi sono accorto del crollo quando ho imboccato il curvone per Livorno. E’ stato lì che ho visto quella scena straziante, apocalittica». A un mese dalla tragedia del ponte Morandi, il torinese Diego Macrì che di mestiere fa il tatuatore a due passi da piazza Vittorio, non si è ancora ripreso. «Credo di essere stato uno degli ultimi a passare, non so se dietro di me c’era ancora qualcuno», racconta ai microfoni del Tg3 Piemonte. Il suo primo pensiero, di fronte alle macerie, è stato per le persone «sulle auto che avevo appena superato – racconta -. Mia moglie ricorda il camion Basko, lo avevamo appena sorpassato…». Macrì stava andando in vacanza con la famiglia.

Al rientro ha voluto tornare a Genova. «Volevo mettere dei fiori – dice -. Abbiamo visto le macerie, pensare che potevamo essere là sotto ci ha fatto davvero venire i brividi».

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