Il borgo piemontese con un unico abitante: una Suora vissuta nel 1699 | Sembra che nelle notti si senta il suo pianto dai muri
Il borgo (foto wikicommons) - piemontetopnews.it
Nel cuore del Monferrato, un borgo antico nasconde una leggenda di amore e mistero. Tra vigne e colline, il passato non smette di parlare.
Nel cuore delle colline italiane, nascosti tra vigne e boschi, si trovano borghi dal fascino antico e quasi sospesi nel tempo. Qui il passato sembra non voler lasciare spazio al presente, e le pietre raccontano storie che solo i più attenti sanno ascoltare.
Passeggiando tra stradine acciottolate, ogni angolo può nascondere un segreto, ogni casa un ricordo. Le torri diroccate dei castelli si stagliano sulle colline, guardiani silenziosi di un tempo in cui nobili e popolani si sfidavano per il controllo di territori e ricchezze.
In questi luoghi, spesso la storia si mescola a leggende, a racconti di passioni proibite, di amori contrastati e di misteri che si tramandano da secoli.
Tra questi borghi, ce n’è uno che spicca per la sua posizione panoramica e per il racconto che avvolge le sue antiche mura. Un luogo che, seppur piccolo, racchiude in sé tutta la magia e l’enigma della tradizione piemontese. La leggenda della Suora piangente, qui dal 1699. Scopriamo la sua storia.
Piemonte: il borgo della Suora piangente
Costruito sulla sommità di una collina, questo borgo offre una vista impareggiabile sul verde del Monferrato, un territorio noto per le sue vigne, i suoi boschi e i suoi dolci pendii.
Il cuore del paese è dominato da un castello medievale, edificato nel XIII secolo, più volte distrutto e riedificato, che oggi accoglie eventi culturali e manifestazioni nel suo cortile e nel suo giardino. A pochi passi si trovano piccole chiese e oratori, custodi di affreschi e altari che parlano di fede e arte. Ma il pezzo forte è indubbiamente il castello e la sua storia.
La leggenda che si intreccia con la storia
Siamo a Montaldeo, un piccolo comune in provincia di Alessandria, che conserva intatto il fascino delle sue origini. Qui la storia si intreccia con una leggenda che ancora oggi fa tremare le pareti del castello, e ce la racconta granmonferrato.it. Si narra che, alla fine del XVII secolo, una giovane monaca di nome Costanza Gentile fuggì dal suo monastero genovese per vivere un amore proibito con un nobile signore locale, una passione così intensa da sfidare regole e destino, ma anche tragica, lasciando un segno indelebile nella memoria del borgo.
Secondo la tradizione, il suo amore la scoprì poi con un altro, quindi la punì come era in voga all’epoca, nel modo più crudele: Costanza venne murata viva tra le mura del castello, e il suo spirito, imprigionato come il corpo, continua a vagare nelle notti più buie. Ancora oggi, si dice che il suo pianto disperato echeggi tra le pietre antiche, monito di un amore spezzato e di un destino crudele.