Catastrofe in Piemonte, l’annuncio della storica azienda: “chiudiamo battenti” | Famiglie rimaste senza un euro

Serranda abbassata (Foto di Barthelemy de Mazenod su Unsplash) - piemontetopnews.it
La storica azienda di pelletteria piemontese, simbolo di un’epoca, si trova ad affrontare una crisi profonda. 1300 dipendenti nell’incertezza
La situazione industriale in Piemonte si fa sempre più tesa. L’annuncio della storica azienda Conbipel, un tempo fiore all’occhiello del settore dell’abbigliamento, ha gettato nello sconforto centinaia di famiglie.
La crisi aziendale, che si protrae ormai da tempo, sembra aver raggiunto un punto di non ritorno, con gravi ripercussioni sull’occupazione e sul tessuto sociale del territorio.
L’azienda, fondata nel 1958, ha rappresentato per decenni un punto di riferimento nel settore, dando lavoro a intere generazioni. Oggi, il futuro di Conbipel è incerto, e le notizie che trapelano non sono rassicuranti.
Le famiglie dei dipendenti, con il fiato sospeso, si trovano ad affrontare un periodo di grande incertezza economica, con il rischio di rimanere senza reddito sicuro.
Una crisi lunga e complessa
La vicenda Conbipel si inserisce in un contesto più ampio di crisi del commercio e del settore dell’abbigliamento, che vede molti marchi storici lottare per la sopravvivenza. La desertificazione economica, come viene definita dai sindacati, avanza, e l’Italia rischia di perdere un altro pezzo della sua storia imprenditoriale. La crisi di Conbipel non è un fulmine a ciel sereno, ma il culmine di un lungo periodo di difficoltà.
L’azienda, che un tempo era un punto di riferimento per l’abbigliamento in pelle e non solo, ha affrontato un progressivo declino negli ultimi anni. Già nel 2020, in piena emergenza Covid-19, aveva presentato la richiesta di concordato preventivo, un segnale evidente delle profonde difficoltà finanziarie.
La chiusura dei negozi e il dramma dei dipendenti
Il colpo di grazia è arrivato con l’annuncio della chiusura di decine di negozi in Piemonte e su tutto il territorio nazionale. La società ha deciso di “tagliare i rami secchi”, ma questa scelta sta avendo conseguenze devastanti sui lavoratori. I sindacati, come Filcams Cgil e Uiltucs, denunciano la situazione drammatica: i dipendenti, molti dei quali con contratti a tempo determinato, si trovano ora ad affrontare la cassa integrazione straordinaria o, nel peggiore dei casi, la Naspi.
La mancanza di un piano industriale solido da parte della nuova proprietà, la BTX, e gli investimenti sbagliati sono stati duramente criticati dalle rappresentanze sindacali, che accusano l’azienda di aver gestito in modo unilaterale e dannoso il futuro dei lavoratori. Purtroppo, la situazione di Conbipel non è un caso isolato, ma l’ennesimo campanello d’allarme su una crisi profonda che rischia di avere conseguenze devastanti. Per questi lavoratori purtroppo si aprono prospettive difficili.