Buongiorno, annunciamo che la pensione è cancellata | UFFICIALE INPS: questi italiani rimangono senza 1€

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Il governo punta a bloccare l’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027, ma l’intervento dipende dalle risorse disponibili

È il sogno di milioni di italiani: una pensione dignitosa e la possibilità di godersi il meritato riposo. Eppure, ogni anno, la questione torna d’attualità. La manovra di bilancio è dietro l’angolo e, come ogni volta, porta con sé l’incognita delle pensioni.

Il governo attuale ha manifestato l’intenzione di intervenire, non per stravolgere l’intera legge Fornero sulle pensioni, ma per eliminare una sua parte specifica che, nel 2027, dovrebbe far scattare un nuovo aumento dei requisiti.

Ma sarà davvero così semplice? Il piano è ambizioso, ma la coperta è sempre corta: le risorse a disposizione sono limitate e i vincoli europei impongono un controllo ferreo sulla spesa pubblica.

Il governo si trova a dover fare i conti con l’Inps, che ha già messo in guardia sui possibili impatti finanziari di una riforma troppo generosa. La realtà è molto più complessa, e il rischio che la riforma tanto attesa si perda per strada è alto.

Il meccanismo dell’aspettativa di vita

Al centro della discussione c’è il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’andamento dell’aspettativa di vita. Questo sistema, introdotto per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale, prevede che se le persone vivono più a lungo, anche l’età in cui smettono di lavorare si sposti in avanti.

Sebbene questo meccanismo non sia stato inventato dalla legge Fornero, la riforma del 2011 ne ha accelerato la cadenza, rendendo l’adeguamento biennale. Dopo l’ultimo aumento di 5 mesi nel 2019, le previsioni dell’Istat indicano un nuovo incremento di 3 mesi a partire dal 2027. Questo avrebbe un impatto sia sull’età per la pensione di vecchiaia che su quella anticipata. Per la pensione di vecchiaia, ad esempio, l’età salirebbe a 67 anni e 3 mesi.

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Le altre ipotesi sul tavolo

Oltre al blocco dell’adeguamento, il governo sta valutando altre possibili modifiche, tra cui l’introduzione di una nuova forma di flessibilità in uscita. Si sta pensando a una nuova formula, che potrebbe essere chiamata Quota 41 flessibile, in alternativa alla pensione anticipata attuale (che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne).

Questa nuova opzione, con un meccanismo più strutturale e stabile, consentirebbe ai lavoratori di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età, accettando una riduzione del 2% sull’importo per ogni anno di anticipo rispetto all’età di vecchiaia. Questa penalizzazione, tuttavia, non si applicherebbe a chi ha un ISEE inferiore a 35.000 euro.