Banca, “Aprite un conto da noi, vi paghiamo”: la primissima volta in cui apri il conto ma i soldi non li metti tu | Assurdo ma vero

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La banca che se apri il conto da loro, ti paga, invece di essere l’inverso, l’iniziativa viene inserita per la prima volta.
Negli ultimi anni le banche non sono solo uffici ma vere e proprie agenzie di marketing, in grado di attirare nuovi clienti con offerte sempre più accattivanti. Anche in TV e sui social è un continuo vedere spot pubblicitari, ci parlano di conti a zero spese, di cashback e molti altri servizi.
Ma cosa c’è di vero in tutto questo? Quello che sappiamo è che a oggi in Italia, è possibile aprire un conto corrente senza versare nemmeno un euro e ricevere addirittura un accredito iniziale dalla banca stessa.
Qualcuno potrebbe credere che sia fantascienza, ma si potrebbe arrivare fino a 150 euro in cambio di semplici condizioni, come potrebbe essere l’accredito dello stipendio.
Ma cerchiamo però, di fare luce in merito, di comprendere come realmente sia possibile riuscire ad avere un conto di questo genere.
Attenzione a quello che ci nascondono
Insomma, potrebbe sembrare che le banche siano diventate estremamente generose, con promozioni che metterebbero KO qualsiasi altro concorrente, peccato che proprio negli ultimi mesi si sarebbe scoperto che come spesso accade, non è tutto oro quello che luccica ed ecco che dietro alle offerte si nasconde qualcosa che invece fa veramente infuriare i correntisti e contro cui occorre agire piuttosto velocemente, per evitare di perdere denaro.
Le banche ci nascondono alcune spese, dei costi a volte occulti che possono riguardare: spese di gestione, commissioni su operazioni, costi per servizi accessori, come l’invio di estratti conto cartacei o l’attivazione di carte. Piccole somme di cui i correntisti finiscono per accorgersi anche dopo diversi mesi. Peccato che la stessa legge del Testo Unico Bancario, indica come: le commissioni devono essere pubblicizzate in maniera trasparente e non possono superare determinati limiti.
È quindi il momento di agire
Insomma, la banca ti paga, sì, ma sotto forma di rimborso. Infatti in caso di spese bancarie non dovute, come le commissioni non autorizzate, le penali ingiustificate o costi di gestione non dichiarati, è possibile avviare una procedura di rimborso. Innanzitutto occorre raccoglie i documenti come: il contratto, le ricevute e le comunicazioni, quindi confrontare i costi effettivi con quelli dichiarati. Nel caso in cui ci siano delle incongruenze, si può inviare una richiesta scritta alla banca. Se non si riceve risposta nel termine di 30 giorni, si può ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario, una via rapida ed economica per far valere i propri diritti.
Si tratta di casi che hanno già colpito molti correntisti e a cui si consiglia di prestare molta attenzione, difendendo i propri diritti di trasparenza da parte delle banche.